- Cambiamento Climatico
I cambiamenti climatici e le api
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Abbiamo parlato in varie occasioni del progetto OSSIGENO con il Parco Regionale Valle del Treja. Un progetto che vede la nostra associazione collaborare con il parco per tutelare i boschi che si trovano in quest’ area.
E’ un’area protetta di proprietà del Comune di Mazzano Romano e della università agraria di Calcata. La collaborazione è iniziata nel lontano 2013 ma ha avuto successivi sviluppi. Nel 2017 ai 60 ettari del primo progetto se ne sono aggiunti altri 35 che quindi adesso sono protetti per il terzo anno consecutivo. Infatti i boschi non sono stati sottoposti a taglio. Ciò ha permesso di ottenere crediti di carbonio e di preservare i servizi ecosistemici. Oltre all’assorbimento e la fissazione del carbonio i boschi forniscono habitat a supporto della biodiversità e la protezione dall’erosione e del valore del paesaggio.
Queste positive azioni sono confermate da un autorevole post ‘How the trees could save the climate’ (Come gli alberi potrebbero salvare il clima) pubblicato dal Crowther Lab della ETH di Zurigo (NDR Politecnico Federale di Zurigo).
Il post inizia con una notizia molto incoraggiante: ben 0,9 miliardi di ettari di terreno in tutto il mondo potrebbero essere riforestati. In questo modo si potrebbero tranquillamente catturare i due terzi delle emissioni di carbonio presenti nell’atmosfera. Uno studio apparso sulla rivista Science attesta questa incoraggiante possibilità (NDR – Science è una vista scientifica pubblicata dall’American Association for the Advancement of Science. Insieme a Nature è una delle più prestigiose riviste in campo scientifico a livello internazionale).
La ricerca oltre a questi aspetti generali offre anche delle soluzioni operative. Infatti non tutte le aree del globo potrebbero essere riforestate senza provocare sconquassi o esodi di popolazione: pensiamo solo alle zone urbane o a quelle agricole. Facendo allora – in base ai dati in possesso del Lab una cernita accurata i ricercatori arrivano a concludere che la Terra potrebbe supportare 4,4 miliardi ettari.
Si tratterebbe allora di riforestare 1,6 miliardi di ettari in più rispetto agli attuali 2,4 miliardi. Tra l’altro di questi 1,6 miliardi ben 0,9 miliardi non sono utilizzati dagli esseri umani. Cioè significa che il territorio disponibile corrisponde grosso modo all’estensione degli Stati uniti. E gli Stati Uniti (dopo la Russia) sono proprio il paese più adatto a ospitare delle nuove foreste.
Attenzione però: per crescere i boschi in maniera da poter immagazzinare carbonio ci vogliono decenni. Fatto questo excursus – utile speriamo per far comprendere l’importanza delle foreste per mitigare gli effetti del climate change – concludiamo nell’illustrazione del progetto ossigeno che potrebbe essere considerato un antesignano – seppure in dimensioni ridotte – di questo grande progetto mondiale.
Il progetto OSSIGENO si concluderà allora nel 2022 e continuerà a monitorare lo stato di salute dei boschi con sopraluoghi mirati..
La salute dei boschi è anche la nostra salute.
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