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La causa per l’ambiente nei tribunali sta diventando una forma di lotta piuttosto comune. Ma come si fare per ricorrere ai tribunali?
Per prima cosa va definito per cosa si ricorre. Un motivo può essere l’inazione del governo o dello Stato e le loro inosservanze degli impegni presi sulla riduzione delle emissioni di gas clima alteranti. Altri motivi sono la non adozione di misure efficaci per fermare la deforestazione oppure i sussidi economici per l’uso di fossil fuel (carbone, gas, petrolio). Un altro motivo è la non adozione di leggi per ridurre la concentrazione atmosferica della CO2 (e degli altri gas effetto serra). Possiamo anche citare delle soluzioni particolari come la realizzazione di un’infrastruttura (la UK Court of Appeal) che ha bloccato la costruzione della terza autostrada dell’aeroporto di Heathrow (Londra) che viola le obbligazioni assunte dallo Stato o dal governo allorché ha sottoscritto l’accordo sul clima di Parigi (Cop 21 Parigi, 2015). Come vedete sono diverse anche le strade
legali che possono essere percorse per raggiungere gli obiettivi prefissati.
Cosa si chiede nel ricorso? Ovviamente azioni per bloccare l’evento dannoso (ad esempio la deforestazione), l’adozione di leggi che impongono la riduzione di
emissioni da trasporto, riscaldamento e produzione. Poi modifiche ai sistemi di tassazione che favoriscono l’uso di fossil fuel. Crediamo che adesso le finalità di questi ricorsi siano – almeno in linea generale – abbastanza chiari.
A chi ci si può rivolgersi il ricorrente dato che fare una causa per esempio al governo degli Stati Uniti non è certo uno scherzo. A questo proposito il 18 febbraio 2020 l’International Bar Associati detta anche IBA (NDR-L’International Bar Associati, fondata nel 1947, che è un’associazione di professionisti
legali, associazioni di avvocati e società legali internazionali), ha pubblicato un pdf per aiutare a preparare i ricorsi. Lo potete scaricare dal sito dell’IBA. Lo abbiamo letto e ci pare un documento molto utile per chi ha problematiche di questo tipo perché aiuta a superare pastoie burocratiche e ostacoli giuridici che in molti paesi sono davvero pesanti.
Arriviamo dunque alle conclusioni finali di questo nostro post. Lo facciamo citando i risultati di un lavoro di alcuni studiosi del diritto ambientale dell’Università della California. Secondo loro in futuro saranno più efficaci le azioni contro i produttori di emissioni piuttosto che quelle contro il governo o le autorità locali.
Intanto perché procedere contro un privato o comunque un’azienda comporta normalmente dei tempi più brevi in quanto queste realtà sono più propense a risolvere delle cause – anche per problemi di immagine –mentre il pubblico è più incline a tirare in lungo. Poi perché gli eventuali risarcimenti possono poi essere
usati per mitigare appunto le emissioni clima alteranti. Un esempio in questo senso è la causa Country of San Mateo vs Chevron Corporation. Come vedete le società petrolifere sono sempre di mezzo.
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