- Mobilità sostenibile
Legge di Bilancio 2025 e E-Fuels: incentivi e soluzioni per un futuro sostenibile
La Legge di Bilancio 2025, introduce una serie di incentivi significativi per promuovere lo sviluppo sostenibile e l’innovazione nel settore […]
Come sapete una delle principali cause dell’inquinamento deriva dall’uso dei pesticidi, specie in agricoltura. Per fortuna ricercatori inventivi scoprono (o riscoprono, come vedremo) soluzioni intelligenti che evitano l’uso (o abuso) di sostanze nocive. Ci ha favorevolmente colpito l’idea di Yossi Leshem, un ornitologo israeliano, che utilizza i gufi per debellare i roditori che danneggiano le colture. Questa iniziativa viene raccontata in un circostanziato articolo apparso su Nature a firma di Josie Glausiuz. La storia è curiosa e vale la pena di raccontarla. Tutto iniziò nel 1982 allorché lo zoo della Università di Tel Aviv donò appunto a Leshem quindici barbagianni (NDR- i barbagianni sono una delle due famiglie dei gufi). Leshem portò i barbagianni in un kibbuz nella valle Hula. In quel periodo gli agricoltori israeliani era afflitti dai topi campagnoli che danneggiavano gravemente i loro raccolti. Ricordiamo anche che i roditori possono trasmettere la peste. Leshem era preoccupato perché gli agricoltori per debellare i roditori usavano a dismisura una sostanza chimica topicida chiamata sodio, fluoro acetato o composto 1080. Una sostanza molto tossica, vietata per questo in America e che in Israele aveva ucciso uccelli migratori e aironi nativi. Aiutato da alcuni agricoltori diciamo illuminati Leshem importò diverse partite di uova di gufi, animali che si nutrono di roditori e li cacciano abitualmente. Pian piano i barbagianni si sono diffusi non solo in Israele ma anche in territori palestinesi vicini e in Giordania. I risultati sono stati subito sorprendenti, con una forte riduzione dei danni da parte dei roditori e anche parallelamente con l’annullamento dell’inquinamento dai composti chimici. Quello di Leshem è così diventato un progetto che unisce scienziati arabi e israeliani. Quindi un doppio risultato: eliminazione dell’inquinamento chimico ma anche un aiuto concreto a riconciliare le comunità in conflitto. Dove i politici falliscono un progetto benefico come questo può fare molto per la pace.
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Il programma Copernicus dell'Unione Europea rappresenta un'iniziativa all'avanguardia nel campo dell'osservazione della Terra, dedicata al monitoraggio del nostro pianeta e del suo ambiente a beneficio di tutti i cittadini europei. Attraverso l'utilizzo di satelliti e sensori terrestri, aerei e marittimi, Copernicus fornisce dati e servizi informativi in tempo quasi reale, coprendo sei aree tematiche principali: territorio, ambiente marino, atmosfera, cambiamenti climatici, gestione delle emergenze e sicurezza.
Negli ultimi anni, molte città europee hanno adottato il limite di velocità di 30 km/h nelle aree urbane per migliorare la sicurezza stradale, ridurre l'inquinamento e rendere gli spazi pubblici più vivibili. In Italia, Bologna è stata la prima a implementare questa misura, seguita da altre città come Milano e Lodi.