Il cambiamento climatico visto dall’Africa

Africa

A inizio settembre a Nairobi in Kenya negli stessi giorni dell’Africa Climate Week 2023, evento annuale nell’ambito delle Nazioni Unite che riunisce governi, imprese, organizzazioni internazionali e società civile per capire in che modo ridurre le emissioni di gas serra, si è tenuto il primo Africa Climate Summit il cui obiettivo è stato quello di cercare una posizione unitaria dell’Africa sulla crisi climatica in vista della Cop28 di Dubai a novembre proponendo una dichiarazione congiunta, cosiddetta “dichiarazione di Naiobi”.

Al termine dei lavori i leader africani si sono trovati d’accordo nel proporre nuove tasse in tutto il mondo per finanziare le azioni contro il cambiamento climatico, anche a fronte del fatto che nonostante il continente africano soffra di alcuni dei peggiori impatti del cambiamento climatico, riceve solo circa il 12% dei finanziamenti di cui ha bisogno.
Da qui partono per argomentare la loro posizione negoziale alla COP28, chiedendo inoltre alla comunità internazionale di contribuire ad “aumentare la capacità di produzione di energia rinnovabile dell’Africa dai 56 gigawatt del 2022 ad almeno 300 gigawatt entro il 2030 per combattere la penuria di combustibile e rafforzare la fornitura globale di energia pulita ed economica».

Fra l’altro il Kenya che ha ospitato il summit è fra gli stati africani più poveri di idrocarburi, il presidente William Ruto ha inaugurato il vertice arrivando con una bicicletta elettrica, sostenuto anche dal segretario generale Onu Antonio Guterres che ha dichiarato: “L’energia rinnovabile potrebbe essere il miracolo africano. Ma dobbiamo fare in modo che accada, guidando i Paesi sviluppati verso una doverosa ‘giustizia climatica’, facendo in modo che mantengano la promessa di fornire 100 miliardi di dollari all’anno ai Paesi in via di sviluppo per il sostegno all’adattamento climatico”.
Per ora sono auspici, i passi da fare ancora molti, soprattutto in una ottica di collaborazione come sostenuto dal presidente keniano: “Non possiamo perseguire l’azione per il clima attraverso politiche isolate e solitarie. Il riscaldamento globale non può essere mitigato climatizzando le nostre piccole tasche e i nostri angoli di mondo”.