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Legge di Bilancio 2025 e E-Fuels: incentivi e soluzioni per un futuro sostenibile
La Legge di Bilancio 2025, introduce una serie di incentivi significativi per promuovere lo sviluppo sostenibile e l’innovazione nel settore […]
L’Antartide, situato nell’emisfero australe del nostro Pianeta, ha il 98% del territorio coperto dal ghiaccio con la calotta glaciale antartica, dallo spessore medio di 1600 metri. È il quarto continente più vasto della Terra dopo Asia, America e Africa e non venne mai abitato da nessuna popolazione umana, se non da gruppetti di scienziate/i che arrivano lì per i loro studi.
E la prima scienziata a condurre ricerche lì fu Maria Klenova (1898 – 1976), l’unica persona inviata dalla URSS, dopo un’iniziale e forte resistenza per il suo essere donna, nella spedizione in Antartide avvenuta nei primi anni Cinquanta del Novecento con migliaia di scienziati provenienti da oltre settanta Paesi. Klenova è anche fra le autrici del primo atlante antartico mai realizzato e nel 1929 è stata la prima donna in assoluto a guidare una spedizione oceanografica.
Maria Klenova nasce nel 1898 a Irkutsk, città siberiana nei pressi del lago Bajkal. Nei primi decenni del secolo scorso, quando la Russia è scossa da conflitti, annuncia alla famiglia che vuole studiare a Mosca e iscriversi a medicina, poi cambia idea strada facendo e nel 1924 lascia l’università con un dottorato in geologia marina e nel 1925 partecipa alla sua prima spedizione scientifica nel Mar Glaciale Artico.
Non sarà semplice inserirsi in un mondo maschile, ma non si perderà mai d’animo e sarà lei a mettere a punto la migliore metodologia per realizzare le carte batimetriche con le quali nel 1933 disegna la prima mappa completa del fondale del mare di Barents.
Non solo, quando nel 1956, nel Territorio Antartico Australiano viene aperta la base Mirnyj, il più importante centro di ricerca russo in Antartide, Klenova parte con la spedizione di ricerca e sulla via del ritorno, quando la nave si ferma a Macquarie Island, ottiene un altro primato: è la prima ricercatrice in assoluto a cui viene concesso di scendere dalla nave.
E da quel momento non perderà occasione per imbarcarsi, sfidando pregiudizi e discriminazioni, ancora oggi molto presenti nella comunità scientifica.
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