Semi: la loro biodiversità è in discesa. Ma c’è una soluzione

semi e biodiversità da salvare

I semi: la loro varietà è uno dugli elementi fondamentali per la sopravvivenza. Abbiamo parlato più volte della biodiversità e dei numerosi vantaggi che essa comporta all’ambiente e all’umanità in genere. Ma abbiamo anche accennato al fatto che la biodiversità è in pericolo e che numerose specie animali e vegetali spariscono continuamente. Questa volta vogliamo occuparci delle specie vegetali. E di un settore altamente a rischio secondo un post apparso su Food Tank che è stato curato da Katie Howell. Il post inquadra molto bene il problema e fa una panoramica della situazione partendo da alcuni dati generali. Allora: si calcola che in tutto il mondo vengono coltivate 60.000 specie di piante ad uso alimentare. In realtà però solo nove sono quelle realmente più diffuse. Questi dati sono stati raccolti dalla Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura.

La FAO

E’ la FAO attivamente presente e operativa anche nel nostro paese. La FAO rileva altresì che la diversità delle colture tende sempre a diminuire per i soliti motivi: pratiche agricole insostenibili, industrializzazione selvaggia e aumento dissennato della urbanizzazione. Per fortuna la nostra società produce oltre a fenomeni distruttivi e devastanti anche sani anticorpi. Già negli anni ’60 sono state sviluppate delle pratiche per la raccolta e l’organizzazione della diversità genetica come
strategie di conservazione e ora queste attività giocano un ruolo importante nel garantire la sicurezza alimentare collettiva.

Il risparmio delle sementi

Per esempio le organizzazioni per il risparmio delle sementi hanno contribuito a garantire oltre 100.000 semi durante la recente guerra in Siria. Inoltre hanno preservato 13 milioni di semi da oltre 70 specie di alberi autoctoni nel Regno Unito. E l’elenco potrebbe continuare a lungo. Ma c’è
di più: visto che stiamo attraversando una crisi climatica la ricerca può aiutare i coltivatori a trovare i semi più adatti a delle situazioni climatiche così mutevoli.

Conservare i semi

Ma come avviene la conservazione dei semi? Ci sono fondamentalmente due modi: o in loco nei campi oppure in aree protette dagli agricoltori indicate come in situ o in raccolte fuori sito denominate ex situ. C’è da dire che le raccolte ex situ sono le più diffuse. Includono semi conservati in celle frigorifere, piante viventi coltivate in banche di semi, campioni di tessuto oppure polline conservato in vitro. Secondo Crop Trust (un’organizzazione che si dedica alla tutela
della biodiversità nelle colture) queste banche di sementi costituiscono il mezzo migliore per rendere la biodiversità disponibile a prezzi contenuti. Quante sono queste banche? Sentiamo ancora la FAO che conta 1.750 banche di questo tipo in tutto il mondo sia locali che internazionali.
Complessivamente raccolgono 7 milioni di semi e altro materiale vegetale genetico. Una risorsa che ci dà qualche speranza concreta per il futuro della biodiversità.