Vandana Shiva, la custode dei semi e della biodiversità

biodiversità

Nei primi anni Novanta era conosciuta solo fra le addette/i al lavoro o nei movimenti che vennero definiti “altermondialisti” o “contro la globalizzazione”, oggi Vandana Shiva è famosa in tutto il mondo, come economista e attivista per l’ambiente, in difesa soprattutto della biodiversità, e teorica dell’ecologia sociale, ma non sempre è noto il suo essere anche una fisica quantistica.

Nasce a Dehra Dun nel 1952, nella zona dell’Uttar Pradesh, nell’India del Nord-est, in una famiglia in prima linea nella lotta per il superamento delle caste, ma anche per i diritti sociali e politici come indicato dal Mahatma Ghandi.
Padre forestale e madre maestra divenuta contadina dopo la guerra di partizione tra India e Pakistan negli anni Quaranta: Shiva cresce fra intellettuali progressisti e foreste del Rajahstan. È facile intuire da questi pochi indizi che cosa ha spinto Vandana ad amare sin da piccola la Natura e decidere poi di studiare prima fisica alle superiori in India, filosofia della scienza all’università negli Usa e per finire il dottorato in meccanica quantistica nel 1979.
Nel 1982 Shiva crea la Fondazione per la scienza, la tecnologia e l’ecologia, un istituto indipendente di ricerca, negli stessi anni in cui si iniziano a vedere le conseguenze della “rivoluzione verde”, fra la chimica dei fertilizzanti e la selezione dei semi, il degrado delle acque e le monoculture dell’agricultura industriale. Nel 1991 fonda Navdanya (in hindi “nove semi”), movimento che si fa sentire al vertice di Rio de Janeiro del 1992 dove prendono corpo i primi accordi internazionali per la protezione della biodiversità e per la repressione della biopirateria.

La difesa della biodiversità e dei semi autoctoni diventano il suo maggior impegno, Navdanya è arrivata a più di 70 mila adesioni soprattutto donne che hanno creato una rete di 65 “banche dei semi” che conservano circa 6mila varietà autoctone. Anche grazie all’attivismo e al lavoro di divulgazione di Shiva, nel settembre 2011 l’India ha denunciato Monsanto per bioterrorismo.

Alla domanda “Se chiude gli occhi, come vede il mondo tra 100 anni?” che pochi mesi fa le ha posto la giornalista Valeria Vantaggi, ha risposto: “Ho una formazione in teoria quantistica e vedo il mondo attraverso la lente dell’incertezza. Il futuro non è inevitabile. Ci sono due possibili scenari per i prossimi 100 anni. Possiamo fare di questa terra un bellissimo giardino della diversità, una casa per tutte le specie e tutte le persone, soddisfacendo i loro bisogni e rigenerando al contempo i suoi processi. C’è anche la possibilità che i potenti spingano l’acceleratore sull’attuale strada dell’avidità, dell’estrazione e dell’inquinamento, dell’estinzione e delle guerre. In questo caso, tra 100 anni c’è la possibilità che un gran numero di esseri umani si ritrovi senza casa in un pianeta decertificato e avvelenato. Le scelte quotidiane di ogni persona contribuiscono a determinare quale sarà lo scenario con maggiori probabilità. Siamo noi a dare forma al futuro”.

Per approfondire: https://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/vandana-shiva/