La legge a difesa dell’ambiente

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Come si può difendere con efficacia l’ambiente dai suoi numerosi nemici? In tanti modi ovviamente ma uno, importantissimo, è la legislazione che si occupa di reati contro l’ambiente. In quest’ottica riteniamo molto utile sentire l’opinione di uno dei più famosi magistrati che si è interessato, a partire dal 1970, ai reati ambientali. Leggiamo da un suo cv che Amendola si è occupato – fino al 1989 – di oltre 15.000 processi, appunto, per reati ambientali. Oggi Amendola è in pensione ma non ha smesso di occuparsi di questo argomento. Insegna, scrive libri… Quindi è un testimone prezioso. Sentiamo che cosa ha da dirci su questo scottante argomento.

D – Buongiorno Professore. La chiamo così perché ho letto che oggi insegna dopo una lunga carriera nella magistratura.

R -Sì sono docente a contratto di diritto penale dell’ambiente all’Università la Sapienza di Roma, ma va bene anche ‘dottore’.

D- Bene allora cominciamo con la prima domanda: In un suo profilo pubblicato sul web lei viene definito esperto in normativa ambientale. Vuole precisare questa definizione? Da dove nasce?

R- Guardi io mi occupavo di normativa ambientale quando ancora la normativa ambientale non c’era, quando ancora non se ne parlava. Era il 1970 e mi sono occupato dell’inquinamento del Tevere.

D – Bene, che cariche ha ricoperto?

R- Sono stato capo del gabinetto per il primo ministro dell’ambiente nel 73 poi nel parlamento europeo e vicepresidente della commissione per la protezione dell’ambiente, la sanità pubblica e la tutela di consumatori. Dall’89 al 95 poi sono stato in varie commissioni che riguardano la normativa ambientale per inquinamento elettromagnetico, inquinamento da rifiuti … molti, moltissimi casi che sarebbe troppo complicato raccontare.

D- Poi ha fatto un libro ‘In nome del popolo inquinato’…

R-Sì, negli anni 80. In pratica era un manuale di auto-difesa. Volevo spiegare al cittadino cosa poteva fare con le poche leggi che c’erano allora sul tema ambientale. Spiegavo ai cittadini cosa poteva fare con le poche leggi disponibili per difendere se stesso e l’ambiente. E come fare una denuncia, in presenza di un reato ambientale, per ottenere qualche risultato in ambito giudiziario.

D- Questo libro c’è ancora?

R- No assolutamente. Ha avuto ben sette edizioni. Fin dalla prima edizione ho ceduto i diritti a Lega Ambiente. Poi con la nuova normativa che è arrivata era difficile aggiornare il libro che, quindi, è rimasto agli anni ’80.

D- Allora adesso non ci sono dei suoi libri in vendita?

R – Certamente sì. Libri scientifici e non divulgativi (NDR – in effetti su Google appare la lista completa dei libri scritti da Amendola). L’ultimo che ho fatto è uscito l’anno scorso: Il diritto penale dell’ambiente. Il testo cerca di riordinare tutta la normativa in tema di aria, acqua, rifiuti.

D-Principali battaglie che lei ha svolto quando era magistrato?

R-Difficile ricordarle tutte. Per esempio quella sulle emissioni della Radio Vaticana e poi su Fiumicino quando si ebbe la fuoruscita di carburante… e poi ancora sulla balneazione e sui rifiuti di Roma … sono talmente tante le indagini che è difficile elencarle.

D- Secondo lei che cosa si potrebbe fare di più? C’è qualche legge che manca?

R- No no; ce ne sono fin troppe di leggi. C’è un inquinamento da leggi.

D- Ah però…

R- Proprio così. Tante volte è difficile districarsi tra le leggi, viste le continue modifiche che vengono apportate.E’ complicato capire qual è l’ultima in vigore. L’importante è farle applicare, sanzionare e fare eseguire le sentenze,  una volta emesse.

D-Mi sembra che le cose fondamentali ce le siamo dette. Io le farei un’ultima domanda legata a una battaglia che noi facciamo: quella per l’economia circolare.

R- E’ una leva fondamentale,  importantissima. Ma la mia preoccupazione è che l’economia circolare diventi uno schermo dietro il quale si vuole far passare per non-rifiuti cose che invece sono rifiuti che dovrebbero essere trattati in modo adatto. Faccio un solo esempio. Ci sono dei rifiuti che sono ancora pericolosi per l’ambiente e che vengono fatti passare come non-rifiuti dicendo falsamente che sono stati recuperati. Io sono molto preoccupato per come spesso l’economia circolare sia considerata in Italia. In pratica molti in Italia comprendono nell’economia circolare delle cose che non rientrano in questa definizione anzi sono in contrasto con il suo concetto di base.

Ringraziamo il dottor Gianfranco Amendola per il tempo che ci ha dedicato. Abbiamo notato – oltre all’indubbia competenza ed esperienza – anche una grande passione per i temi ambientali. Ci terremo in contatto con lui per le novità nel campo legge e ambiente.

Gianfranco Amendola