Le piante Mon Amour 4

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Quarta parte dell’intervista al dottor Paolo Lassini Laureato in Scienze agrarie e Scienze forestali.
Avevamo definito la sua lunga carriera ‘Una vita per gli alberi’.

Questa volta il dr Lassini racconta la sua esperienza nel creare boschi in pianura. Il problema? Non c’erano riferimenti ed esperienze a cui rifarsi. Nonostante ciò… Ecco cosa ha da dirci.

R- Il bosco in città. Io ho sempre in mente questo percorso. Quando Stefano Boeri fa i proclami e dice: noi vogliamo piantare tre milioni di alberi ( NDR – Fondo ForestaMI ) io sono più sospettoso di quanto lei lo era nei confronti degli agricoltori modaioli. (NDR – vedi precedenti puntate dell’intervista). Perché non è così che si realizzano le cose.

D – Sì, però noi viviamo in una società basata sugli annunci. I politici continuano ad annunciare programmi e poi i giornalisti ci ricamano sopra.

R – Ho capito ma lei lo sa già: il novanta per cento di questi annunci va a finire in niente. Adesso è di moda fare così. Se c’è un progetto per prima cosa lei comincia a pubblicizzarlo. Io ho un altro sistema. L’ho imparato dagli olandesi come metodo. Loro prima mettono le basi del progetto e poi lo pubblicizzano… ma quando è già partito. E allora è irreversibile. A quel punto lì ci arrivano tutti perché chi non si muove rimane tagliato fuori. Forse è perché sono stato in Regione dove ho imparato a diffidare della pianificazione. Come troppo astratta.

D- Spesso finisce in un disastro.

R- La pianificazione deve partire assieme alla realizzazione. Giusto? Dopo è l’economia che vince. L’economia nel senso generale della società. Se no poi si va avanti a colpi di ‘varianti’.

D – E’ vero. Faccio un esempio, nella zona dove abito io, Zona Vittoria hanno fatto dei proclami incredibili sulla BEIC cioè la biblioteca europea già da dieci anni. Non è stato fatto nulla!

R- Eh, mi ricordo bene.

D- C’è stata una causa adesso, lo saprà. Unica cosa realizzata: è stata demolita la stazione ferroviaria che era abbandonata. Lì si riunivano i delinquenti in quest’area abbandonata a dividersi la refurtiva. Quindi hanno fatto bene ad abbatterla. Però poi… Non c’erano i soldi.

R -Poi fanno le scatole cinesi. Prendono altri mutui e con quelli costruiscono ancora. E così via. Va bene andiamo avanti.

D – Sì c’era un punto che volevamo affrontare con lei. Come mai avvengono questi incendi in Amazzonia?

R- Cominciamo dall’Italia. Gli incendi nelle Alpi sono invernali e primaverili, nel mediterraneo sono estivi.Tanto per inquadrare. Dipende dalla biomassa che è presente e dal grado di secchezza. Allora da noi il bosco d’estate è verde, piove … e quindi è abbastanza fresco. E’ difficile che s’incendi. In montagna è diverso. In generale da noi è rarissimo l’incendio nel periodo estivo nei nostri boschi di pianura e di montagna. Invece quando arriva l’inverno le piante perdono le foglie ma anche nelle conifere si secca una parte e quindi il terreno diventa pieno di roba secca. Di sostanza secca. In più il freddo fa passare l’umidità, si disidrata. E inoltre c’è il vento. Quindi ci sono le condizioni ideali per cui quando viene innescato l’incendio il bosco brucia. Come s’innescano gli incendi? Il 90% sono o dolosi o colposi. Ormai è provato. Quindi l’innesco naturale è bassissimo: il fulmine, l’autocombustione sono casi molto rari. Insomma se
ricordo bene un 30% è colposo vale a dire gente che brucia le ramaglie, fa il barbecue e quindi …

D – Butta la cicca

R- Ma quello è già più difficile perché il mozzicone della sigaretta deve trovare un terreno adatto. Il restante 60% è doloso vale a dire: gente che vuol incendiare intenzionalmente. Perché vuole incendiare?
Adesso la normativa è piuttosto rigorosa: dice – ormai da vent’anni circa – che nelle aree che sono state incendiate non si può più costruire. La legge è stata ammorbidita nel senso che adesso afferma: non puoi più costruire in quell’area se non era già stato previsto di costruire. Cosa che io trovo sbagliata. Se in un’area il PTC (NDR – acronimo di Piano Territoriale di Coordinamento: il piano urbanistico che pianifica il territorio) prevedeva l’edificazione e in quell’area il bosco è bruciato non vale questo vincolo. Perché è
sbagliato? Perché la pianificazione e il vincolo del bosco non vanno di pari passo. Vale a dire quando lei fa la pianificazione e stabilisce un’area edificabile quella può essere a bosco. E il bosco è vincolato, di suo.
Certo lei può cambiare destinazione all’area ma ha delle regole molto precise che si traducono in un onere molto forte per chi vuole costruire. Costui deve pagare delle penali fortissime o ricostruire i boschi. Quindi io ho adesso – con questa modifica – ancora interesse a incendiare il bosco. Non è bello. Guarda caso questa modifica di legge è stata voluta da qualche senatore ligure che era proprio interessato a queste cose. La Liguria spesso brucia e quindi poi si può costruire. Va bene (ironico). Quali sono le cause per cui
s’incendiano i boschi dal punto di vista doloso? Allora: le vendette sono più frequenti di quanto non si creda. Io ho ce l’ho su con il vicino o ce l’ho su con il proprietario del terreno o con il demanio o ce l’ho su con chi mi ha messo dei vincoli. L’altro motivo possono essere i sostenitori della caccia, un’altra cosa ancora sono i maniaci. Sono più di quanto non si pensi. Addirittura non è infrequente che chi incendia poi vuole lavorare o perché vuole essere protagonista dello spegnimento..

D- Qualche volta quindi sono gli stessi volontari.

R – Volontari per … non so che meccanismo c’è – per essere i primi a correre… a spegnere, per essere protagonisti.

D – In alcune regioni il numero dei volontari è altissimo.

R – Spropositato. Poi da lì nasce un interesse economico perché io mi porto a casa il lavoro: per spegnerla e poi per rimboschirla. Per cui la legge attuale dice anche che se non ci sono motivi di dissesto idrogeologico non puoi rimboschire prima di un determinato periodo. Proprio per evitare che ci sia il meccanismo descritto. Io ho interesse a distruggere il bosco per poi lavorare. Ecco, questo è un po’ il
meccanismo in Italia. Poi dopo c’è un altro aspetto interessante: come si fa a spegnere gli incendi. Ecco questo è importante e anche come trattare il terreno dopo gli incendi. Lo so perché ho avuto un’esperienza diretta piuttosto interessante.

(continua)