Bevande vegetali e sostenibilità: ascoltare il cliente

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Bevande vegetali e sostenibilità: anche il latte ha un forte impatto ambientale e le scelte dei consumatori sono sempre più selettive.
Ne parliamo nella terza e ultima parte dell’intervista a Raffaello Bonora responsabile dello sviluppo di nuovi progetti e project development della cooperativa Campo di Fossombrone (Pesaro). Nelle precedenti puntate Bonora ha esposto la filosofia di Campo e illustrato dei prodotti originali come Canù. Questa volta Bonora ci ha spiegato nel dettaglio i sistemi di ‘ascolto’ della Campo per creare sempre nuovi prodotti innovativi anche fuori dai settori iniziali. Sentiamolo.

R- La Cooperativa Campo si colloca tra le prime 10 aziende del biologico in Italia sia per storicità che per fatturato. Guardando avanti, verso il futuro, avremo tanto lavoro da fare e sviluppare sia perché l’Europa sta dettando sempre più leggi per la conversione dei campi verso il biologico sia perché la gente sta diventando sempre più sensibile al biologico soprattutto dopo la prima emergenza dovuta alla pandemia Covid-19.

D – Le dico una cosa come esperienza diretta. Io ho avuto come cliente fino a pochi anni fa un’azienda qui della Lombardia, la Carnini. Allora era un’azienda con uno spirito innovatore un po’ come il vostro.Questa azienda vendeva del latte; la base era il latte. A un certo punto ha deciso di impegnarsi nel latte biologico. Ci sono stati però dei problemi di tipo economico nel senso che … va be’ il latte viene dalle mucche. Allora le mucche devono brucare l’erba in un territorio che sicuramente è privo di fertilizzanti. Questo territorio deve essere lontano da fabbriche e altri soggetti inquinanti… E così via. il titolare mi ha fatto osservare che alla fine una confezione di latte biologico allora costava come produzione – sto parlando di dieci anni fa –il doppio di una confezione normale. Ciò si rifletteva sul prezzo al consumo. E questo – siccome il latte era un prodotto popolare – tagliava fuori una fetta di clientela. Quindi da un punto di vista economico non è stato un grosso successo.

R – Si tratta sempre di capire di che prodotti stiamo parlando. Il latte è un prodotto fresco quindi ha una gestione completamente differente in termini di trasporti, costi e mantenimenti.

D- Mi scusi ci sono anche latti a lunga conservazione

R- Sì certamente ma è sempre un prodotto che io concepisco come prodotto da gestire nel fresco, la pasta oltre alla scadenza più lunga, è per noi un settore diverso da quello del latte… Abbiamo deciso comunque di entrare con un prodotto “adiacente” al latte, quello delle bevande vegetali (bevande a base di soia, avena e mandorla) sia perché ci stiamo specializzando nell’offrire prodotti alimentari biologici anche nel settore HO.RE.CA. (HOtel REstaurant and CAtering) in Italia e Estero sia perché volevamo offrire qualcosa di alternativo al latte.
Per legge, quando parliamo di soia, avena e mandorla ad esempio, parliamo giustamente di bevanda vegetale e non di latte….

D – Non potete chiamarli latte.

R -Esatto!!! Abbiamo deciso di entrare in questa tipologia di mercato in quanto sempre più consumatori sia in Italia ma soprattutto all’estero, utilizzano questo tipo di bevande non solo come drink in generale ma anche nei propri cappuccini…. C’è molta richiesta da parte dei bar di bevande vegetali.

D -Per problemi di digeribilità

R – E’ probabile!!! Nel mondo ci sono molte aziende che hanno deciso di produrre bevande vegetali, alcune anche convertendo tutti i loro prodotti a base latte. Abbiamo deciso di lavorare con un’azienda italiana che utilizza materie prime biologiche, di origine Italia; sviluppando assieme a loro una linea Professional solo per il mercato bar (soia, avena, mandorla per il momento). I nostri clienti Ho.Re.Ca. sono molto soddisfatti, Pascucci SPA (torrefazione NdR) con i suoi punti di vendita è uno di questi.

D – Tornando a noi mi sta dicendo che la cooperativa Campo è un’azienda molto attenta all’innovazione

Esattamente…. Come ci siamo inventati una cannuccia di pasta biologica e glutenfree poco più di due anni fa, nel 1984 siamo stati i primi al mondo a mettere e proporre del pomodoro biologico in lattina ad esempio. Oggi siamo i primi a proporre una chips di Pasta soffiata come la PastatinaBio sia da utilizzare come snack anche negli aperitivi sia come un snack sostitutivo…. Un altro modo di mangiare la pasta!!! Ma anche qui soddisfiamo l’esigenza di far mangiare pasta anche a chi non ha tempo di cucinarsela oppure rendere divertente e giocosa l’esperienza di mangiare un buon piatto di pasta biologico ad un bambino.
E vuole sapere la più bella? Spesso e volentieri queste idee ce le forniscono i nostri clienti…. Abbiamo acquisito una buonissima facoltà di ascolto delle loro esigenze e bisogni; noi in maniera semplice ma con progetti concreti riusciamo ad esaudire i loro desideri….:-).
Le faccio un esempio pratico: in Inghilterra alcuni bar già utilizzavano il formato di pasta “zita o mezza zita” come cannuccia ma avevano qualche problema. Duravano poco, si ammorbidivano facilmente in una bevanda, lasciavano sapore ma soprattutto erano con il glutine!!! Quando abbiamo cominciato a proporle anche noi abbiamo capito fin da subito che dovevamo avere delle cannucce di pasta che dovevano durare a lungo in una bevanda, non cambiare il sapore ma soprattutto dovevano essere GLUTENFREE…. Ecco come è nata CANU’!!!!
Abbiamo un’esperienza di oltre 40 anni nel biologico, in azienda abbiamo uno staff completo composto da commerciali, responsabili della qualità, ufficio acquisti e magazzino, responsabili di produzione; i nostri clienti devono solo chiedere e a noi il compito di trovare soluzioni innovative con prodotti di alta qualità prestando sempre più attenzione all’ambiente e al mondo che ci circonda.

D -Lei mi ha ricordato un po’ lo spirito della Barilla. Quella di venti anni fa. La Barilla è nata da un pastificio-panetteria. A un certo punto loro avevano un’agenzia (NDR – La Young & Rubicam) dove ho lavorato come creativo. Ogni tanto ci chiamavano e dicevano: mah noi vogliamo inventare nuovi prodotti nell’area pasta. Noi creativi eravamo ben contenti di non fare la solita campagna che poi – interessante finchè si vuole ma comunque è l’illustrazione di qualcosa – ma un progetto più importante. Mi ricordo che sono stato coinvolto in un gruppo che aveva inventato una pasta perché io avevo letto il libro di un sudamericano in cui si parlava di una pasta locale. Era uno spunto che poi un gruppo di lavoro interno alla Barilla aveva elaborato. Già allora si pensava all’innovazione. Mi pare che voi in questo campo… scusi la battuta con il vostro nome, ve la cavate piuttosto bene.

Ringraziamo il dottor Raffaello Bonora per la sua attiva collaborazione.