10 motivi per fare compensazione CO2 nelle aziende

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perché le aziende devo fare compensazione CO2

Fare la compensazione della CO2 nelle aziende è una enorme opportunità per iniziare un percorso verso la sostenibilità e avviare il cambiamento che viene richiesto anche dalle istituzioni politiche ed economiche.
La Responsabilità Sociale di Impresa e la questione ambientale non sono più confinate dentro le aule universitarie o nelle manifestazioni degli adolescenti, ma sono elementi che iniziano a far parte dei parametri di valutazione economica delle imprese e del conseguente rischio associato all’attività.

La Mission di Phoresta è fare sostenibilità con le imprese aiutandole a ridurre le loro emissioni di gas serra.
Tra le varie misure possibili, la compensazione CO2, o carbon offset, è, per ora, il modo più pratico, veloce e meno costoso di ridurre gli effetti delle emissioni generate con l’attività aziendale, e conseguentemente di mitigare il cambio climatico.

Phoresta ha siglato una serie di accordi di compensazione con imprese industriali e aziende di servizi e commerciali, grazie alla lungimiranza degli imprenditori che hanno iniziato un percorso per diventare carbon neutral.
La compensazione è obbligatoria in alcune industrie altamente inquinanti, ma varie organizzazioni all’interno di altri settori stanno scegliendo di compensare volontariamente anche le loro emissioni.

Questa visione dovrebbe estendersi ad un numero sempre maggiore di attività imprenditoriali.

10 motivi per fare la compensazione della CO2 nelle aziende

1. La compensazione riduce la concentrazione di CO2 in atmosfera.

Compensare significa, in concreto, ridurre l’impatto delle emissioni di CO2 generate dall’attività aziendale e il conseguente impatto sul cambiamento climatico. Con la compensazione l’impresa inizia un percorso di decarbonizzazione che la porta ad essere carbon neutral.

2.  Con il sistema della compensazione, sapere in che modo e in che misura l’impresa genera emissioni è veloce e senza costi elevati. 

Gli esperti possono realizzare una valutazione attraverso la misurazione della carbon footprint, cioè il totale annuale delle emissioni.  Phoresta, ad esempio, è in grado di calcolare la carbon footprint (l’impronta di carbonio) raccogliendo i dati relativi alla produzione di CO2 di tre grandi categorie: l’elettricità, il riscaldamento, gli spostamenti (auto treno aereo).

3. Una volta che la carbon footprint viene quantificata, si calcolano i crediti di carbonio necessarie l’investimento è assolutamente sostenibile economicamente dalle imprese.

Il costo, parte da 10 Euro per tonnellata di CO2, rende la compensazione un piccolo investimento che produce un
impatto positivo nella qualità dell’;ambiente.

4. Attraverso il calcolo della Carbon Footprint si iniziano a misurare tutti i consumi energetici delle attività aziendali, conseguentemente si dispone di dati per avviare un percorso di efficientamento energetico e di transizione verso l’energia rinnovabile che porta a risparmi duraturi nel tempo. Nel frattempo, le proprie emissioni inquinanti possono essere compensate.

5. Investire in iniziative come la compensazione può anche aumentare la fidelizzazione dei clienti. Da alcune ricerche realizzate negli Stati Uniti risulta che l‘88% dei consumatori è più fedele alle aziende che sostengono progetti sociali e ambientali.

6. I consumatori sono disposti a pagare di più per i marchi che si impegnano per la sostenibilità. Dimostrare attivamente la preoccupazione dell’azienda per l’ambiente compensando l’impronta di carbonio, può aumentare i profitti e migliorare il business.

I giovani della generazione Z, nati dopo il 2000, vedono il cambiamento climatico come una delle questioni più importanti che il mondo deve affrontare oggi e orientano le proprie scelte di consumo verso i prodotti o i servizi di aziende che si occupano di limitare la propria carbon footprint.

7. Le aziende che si impegnano nella sostenibilità ambientale, iniziando anche con la compensazione, attraggono e ritengono i migliori talenti. La generazione dei  Millennials (nati dal 1980 al 2000), al momento di scegliere un’occupazione, considera un insieme di valori e non solo gli aspetti retributivi. Il personale più preparato e qualificato è attirato da aziende che condividono
le preoccupazioni ambientali.

8.  Fare compensazione CO2 permette alla azienda di raggiungere 2 dei SDGs ( Sustainable Development Goals): il 13° (promuovere azioni per combattere il climate change e i suoi effetti) e il 15° (proteggere, ripristinare e promuovere l’uso sostenibile degli ecosistemi terrestri).

9. Queste iniziative devono essere riportate nelle informazioni non economiche dei bilanci. In questo modo l’azienda dimostra di ridurre i propri rischi e può migliorare i rating di accesso al credito e ottenere riduzioni sui premi assicurativi.

10. La compensazione è parte integrante di nuovi modelli di green marketing, che è delicato e importante perché non si deve confondere con green washing.
La compensazione della CO2 aiuta perché è un modo chiaro e tangibile per mostrare ai clienti, fornitori, stakeholder che l’azienda sta partecipando al cambiamento.  Il vantaggio della compensazione è che si è in grado di quantificare l’impatto positivo dell’iniziativa: “Compensiamo 50 tonnellate di CO2”, oltre al fatto che esiste una corrispondenza reale tra l’investimento aziendale e la creazione e manutenzione di boschi e foreste.

Non fare nessuna attività verso la sostenibilità e non compensare le proprie emissioni diventa attualmente uno svantaggio competitivo.

Altri vantaggi

Oltre ai vantaggi diretti sul business, un progetto di compensazione genera cambiamenti a lungo termine che fanno parte della responsabilità sociale di impresa.

I progetti forestali, ossia la creazione e manutenzione di boschi e piante, sono la maniera più facile e naturale di assorbire e stoccare la CO2.  Fare compensazione utilizzando i crediti di carbonio prodotti dagli alberi che fanno parte questi progetti porta a tutelare foreste e aree boschive e a mantenere in maggiore equilibrio gli ecosistemi.

Con la compensazione attraverso la creazione di nuovi boschi si ha una ricaduta occupazionale, si crea lavoro locale stabile per personale specializzato che si occuperà della manutenzione e di rendere produttivi terreni abbandonati o dismessi per dare loro una autentica valorizzazione economica.

La conservazione dei boschi esistenti, che generano crediti di carbonio, e che includono azioni come il ritardo del taglio programmato, consentono di mantenere il capitale naturale italiano in base alle direttive CEE.

Conclusione

Fare compensazione della CO2 nelle aziende è molto più facile e finanziariamente fattibile di quanto si possa pensare. Con la giusta assistenza, la compensazione è semplice e conveniente.

L’azienda acquista nuova consapevolezza della sua carbon footprint e di quanto è possibile fare per ridurre l’impatto delle sue attività sull’ambiente.

Questa consapevolezza si estende anche a tutta la filiera produttiva, a partire dai fornitori di materie prime e dai processi di base che a loro volta devono diventare carbon neutral.

I vantaggi di tipo economico prodotti dalle iniziative di sostenibilità che hanno un impatto diretto sul bilancio si stanno facendo sempre più evidenti, ma compensare vuol dire anche generare un circolo virtuoso che considera territorio, impatto sociale, effetti positivi a lungo termine sull’ambiente.