Uno spettacolo per chi vive in tempi di estinzione

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“Uno spettacolo per chi vive in tempi di estinzione“.
E’ la nuova produzione del Piccolo Teatro di Milano, dedicata alla sostenibilità,  sarà in scena dal 3 al 27 marzo presso il Teatro Studio Melato.
Lo spettacolo dell’americana Miranda Rose Hall. Allestito a partire da un progetto per il Théâtre de Vidy di  Losanna della regista britannica Katie Mitchell che della difesa dell’ambiente ha fatto uno dei cardini della sua opera.
La pièce dell’americana Miranda Rose Hall porta in scena una riflessione sul cambiamento climatico e sulla consapevolezza di ciò che possiamo ancora fare
per l’ambiente e per le generazioni future
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Per Phoresta il Piccolo Teatro ha dedicato  in esclusiva per i lettori di PHORESTA, una promozione speciale per assistere alla nuova produzione della Stagione 2021/2022: Uno spettacolo per chi vive in tempi di estinzione.

Potete ottenere i biglietti per assistere lo spettacolo cliccando questo link:

In Italia lo spettacolo è reinterpretato da lacasadargilla – tra gli artisti associati del Piccolo – con la regia di Lisa Ferlazzo Natoli.
Una «donna che ha paura della morte, drammaturga, sui 40 anni» – chiama il pubblico a riflettere su estinzioni e lasciti. In un dialogo sul tema del “tempo profondo”:
un catalogo di specie estinte o quasi scomparse che invita, se non a cambiare il futuro, a prestarvi per lo meno maggiore attenzione.
E se questa sostenibilità fosse messa in pratica nella produzione stessa della messa in scena?
Se uno spettacolo consuma in media dai 30.000 ai 150.000 watt, per questo ne bastano così solo 240 watt.
Ottenuti in tempo reale con l’energia prodotta da quattro biciclette azionate da ciclisti amatoriali coinvolti grazie al collettivo Pedal Power.
Con la collaborazione di Electric Pedals nell’ideazione e costruzione del sistema.
La narrazione della protagonista è accompagnata inoltre da un coro misto, composto per la maggioranza da persone anziane, in una partitura armonizzata da un altro artista associato del Piccolo, Marco D’Agostin.
Voci fragili di cantanti non professionisti appartenenti a realtà musicali attive sul territorio milanese
a segnare il legame con le generazioni passate e l’eredità per le future.
Contribuiscono alla sostenibilità dello spettacolo l’assenza di tournée e il totale riuso e riciclo di costumi ed elementi scenici.