Questione climatica. Domande e risposte (XVII)

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Diciassettesima puntata dell’illustrazione del documento relativo alla questione climatica: ‘Cambiamento climatico. Evidenza e cause’. Ricordiamo che si tratta di una ricerca condotta da due importanti enti internazionali: The Royal Society e la US National Academy of Science. Nella ricerca sono affrontate le 20 principali domande che vengono formulate sulla questione ‘Climate Change’.

I cambiamenti climatici di qualche grado sono motivo di preoccupazione?

Sì. Anche se l’aumento di pochi gradi della temperatura media globale non sembra molto, basti pensare che la temperatura media globale durante l’ultima era glaciale era solo di circa 4-5 gradi più fredda di adesso. Il riscaldamento di pochi gradi è comunque associato a cambiamenti diffusi della temperatura e delle precipitazioni regionali e locali, nonché a maggiori eventi meteorologici estremi. Questi e altri cambiamenti (come l’innalzamento del livello del mare e le forti mareggiate) avranno gravi impatti sulle società umane e sul mondo naturale.

Sia la teoria che le osservazioni dirette hanno confermato che il riscaldamento globale è associato a un maggior riscaldamento della terra rispetto agli oceani, all’inumidimento dell’atmosfera, ai cambiamenti nei modelli di precipitazione regionali e all’aumento di eventi meteorologici estremi, all’acidificazione degli oceani, allo scioglimento dei ghiacciai, e all’innalzamento del livello del mare con tutti i rischi che comporta.

Le temperature record stanno già superando in media le basse temperature record, le zone umide stanno diventando più umide man mano che le aree secche diventano più asciutte, le forti piogge sono diventate più pesanti e gli snowpack, ossia le riserve di manto nevoso come fonte di acqua dolce per molte regioni, stanno diminuendo.
Tutto questo minaccia la produzione di cibo, l’approvvigionamento di acqua dolce, le infrastrutture costiere e soprattutto il benessere della popolazione che attualmente vive in zone di pianura. Anche se alcune regioni possono trarre qualche beneficio locale dal riscaldamento, le conseguenze a lungo termine nel complesso saranno dirompenti.

Ph: Barbara Dall’Angelo