Non paghiamo il fossile. Disobbediamo.

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Intervista a Giordano Stefano Cavini Casalini, operatore socio-sanitario di 32 anni, uno dei portavoce di Ultima Generazione, il movimento di attivist@ per fermare il disastro ecologico sul pianeta.

di Barbara Bonomi Romagnoli

Quando nasce Ultima Generazione in Italia e a cosa si è ispirata?

La campagna di Ultima Generazione si è originata dal movimento internazionale di Extinction Rebellion ed ha acquisito nome e forma autonoma ad inizio 2022. Si ispira nella propria strategia ed azioni a i grandi esempi storici di disobbedienza civile portati avanti da personaggi come Martin Luther King, Gandhi ed il movimento femminista delle suffragette. A livello organizzativo e di valori prende spunto diretto dal movimento d’origine, Extinction Rebellion, adottando una struttura orizzontale e abbracciando come modalità la non violenza.

Quali sono i temi principali sui cui concentrate la vostra comunicazione?

La nostra richiesta, le nostre azioni e le nostre voci sono rivolte verso il governo italiano, a questo chiediamo di intraprendere immediatamente azioni concrete per contrastare il collasso climatico; prima fra tutte l’interruzione dei finanziamenti pubblici, soldi di noi cittadini, verso le fonti fossili (gas, petrolio, carbone), ormai riconosciute dalla scienza come la principale causa del problema.

Quali sono le maggiori evidenze scientifiche sul collasso ecoclimatico che cercate di far conoscere al grande pubblico?

Basiamo le nostre affermazioni ed i nostri timori per il futuro sulle basi dei rapporti Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change). Rappresenta il principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici, formato dall’Organizzazione meteorologica mondiale(Omm) ed il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente(Unep), a cui partecipano scienziati di tutti i 195 stati sovrani del globo. Lo scopo dell’Ipcc è fornire periodicamente i rapporti più rigorosi ed aggiornati riguardo il surriscaldamento climatico del pianeta, perché questi possano essere presi come guida di riferimento per le politiche dei vari governi mondiali.

Quante persone coinvolgete in giro per l’Italia? E di che tipo di composizione di persone si tratta?

Attualmente sul territorio nazionale, in azioni di disobbedienza civile non violenta con Ultima Generazione sono attive oltre 100 persone, molte altre sostengono la campagna in forma più indiretta. La campagna è aperta a tutti e tutte, vantando il supporto di cittadine/i di ogni età ed estrazione sociale; anche se nelle azioni dirette è più facile scorgere, per questioni di tempo, situazione familiare e percezione diretta del pericolo verso il proprio futuro, una maggiore componente giovanile.

Cosa significa per voi fare disobbedienza civile e perché c’è tanta resistenza da parte dell’opinione pubblica?

Le nostre azioni si scontrano direttamente con leggi, valori e costumi sociali, mettendo in discussione un sistema, a nostro avviso, fin troppo spesso incapace nel rispondere efficacemente ad i reali bisogni della cittadinanza. Vogliamo spingere le persone ed i nostri rappresentanti politici a riflettere e sperimentare nuove possibilità, siamo certi non sia attuabile un sistema diverso e migliore? È difficile accettare il nostro agito perché spesso percepito estremo rispetto alla situazione attuale, ciò è principalmente dovuto alla difficoltà, per ognuno di noi, di razionalizzare nella nostra quotidianità, in modo concreto e diretto, i rischi legati al collasso climatico, un paio di esempi? Si è parlato molto di siccità ma in casa mia dal rubinetto l’acqua è sempre arrivata; sono stati persi molti raccolti o una loro buona percentuale a causa di eventi meteorologici estremi ma il cibo sugli scaffali del supermercato non è mai esaurito (magari è salito di prezzo). In un periodo di sempre maggior sfiducia politica, dimostrata da una sempre decrescente affluenza ad i seggi elettorali, le azioni di disobbedienza civile rappresentano inoltre una possibilità concreta di riavvicinamento alla partecipazione attiva da parte di cittadine/i ed apre le porte ad una nuova ridistribuzione del potere. Ricordiamoci come in democrazia il potere appartenga al popolo!

Cosa rischiano le vostre attiviste/i che fanno le azioni?

Le/i cittadine/i impegnati nella campagna di Ultima Generazione subiscono, spesso, una forte repressione da parte delle istituzioni. Sanzioni pecuniarie, fogli di via, misure cautelari e processi penali; in meno di due anni abbiamo collezionato oltre 2000 denunce. Inoltre compiere azioni di disobbedienza civile tanto polarizzanti ci espone a giudizi estremamente negativi, talvolta sfociano in vere minacce e commenti denigratori da parte di chi non condivide il nostro operato.

Di cosa avete maggiormente bisogno per sostenere la vostra attività?

Per continuare a portare avanti la nostra campagna è essenziale il supporto ricevuto dai cittadini, sia in forma di sostegno economico (la campagna di crowdfunding sul nostro sito è sempre aperta) e sia come supporto morale alle nostre azioni.

Una curiosità, avete mai sentito parlare di Laura Conti?

Sì, personalmente ho letto alcuni sui libri e conosco il suo ruolo di pioniera nell’ambientalismo Italiano, da sottolineare anche il suo impegno nella resistenza partigiana. Laura Conti sosteneva, oltre allo studio, l’importanza di agire ed operare, ed anche per questo scelse di dedicarsi alla politica; alla luce delle sue parole credo sarebbe la prima a sostenere la nostra campagna. Anche noi, come lei, siamo cittadini che di fronte ad un problema abbiamo deciso non solo di riflettere ma anche di agire in prima persona.

NB:  il post non è soggetto di sponsorizzazione e/o di affiliazione con i soggetti titolari intervistati, l’intervista e i contenuti sono di pura divulgazione e informazione.