Deposito temporaneo di rifiuti. L’ABC dei rifiuti capitolo 4

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gestione deposito temporaneo di rifiuti

di Gianluca Telera

Il deposito temporaneo di rifiuti: cosa è e come si gestisce?

I rifiuti si accumulano. Una premessa: non so se avete notato ma i rifiuti tendono ad accumularsi sempre in determinati punti.

In pratica chi vuole liberarsi di un rifiuto sceglie dei punti dove ce ne sono già. Come dire: tanto qui è già sporco e quindi non è che il mio rifiuto peggiori più di tanto la situazione.

Per i rifiuti nelle abitazioni

Naturalmente chi ha un minimo di senso civico tende a mettere i rifiuti in una pattumiera. Dalla pattumiera poi i rifiuti verranno selezionati secondo il contenuto e posti in sacchetti che saranno immessi in appositi cassonetti posizionati in strada o raccolti direttamente a casa o in ufficio. Questa è una delle soluzioni: nei condomini in genere è possibile portare i rifiuti normali – suddivisi per categoria – in appositi locali o in costruzioni che si trovano nel cortile o nel giardino condominiale. Gli addetti poi passeranno a ritirare i sacchi di spazzatura.

I rifiuti speciali

Per i rifiuti speciali il procedimento di raccolta non è molto diverso. La pseudo pattumiera in questo caso ha il nome di Deposito Temporaneo.

Il Testo Unico Ambientale definisce Il Deposito Temporaneo come il raggruppamento dei rifiuti che sono prodotti in una determinata area per essere poi trasportati a un impianto di trattamento. Il Testo Unico ambientale precisa poi le caratteristiche che deve avere il Deposito Temporaneo.

Una prima è quella relativa all’omogeneità dei rifiuti stessi.

La definizione di temporaneo

La seconda si riferisce alla definizione di temporaneo del Deposito stesso. Si richiede allora che i rifiuti speciali – spesso pericolosi – siano avviati alle operazioni di recupero o di smaltimento secondo alcune regole che saranno scelte dal produttore di rifiuti.

La prima è una cadenza temporale che deve essere almeno trimestrale indipendentemente dalle quantità. Questo per evitare la giacenza di materiali talvolta pericolosi. Oppure quando la quantità di rifiuti raggiunge i trenta metri cubi di cui al massimo dieci metri cubi di materiali pericolosi. In ogni caso il Deposito Temporaneo non può durare per oltre un anno. Altrimenti non sarebbe più temporaneo con tutte le conseguenze che si possono immaginare.

Quindi i criteri di smaltimento dei rifiuti possono seguire un criterio temporale oppure quantitativo. La scelta affidata al produttore dipende ovviamente dalle caratteristiche del processo di gestione dei rifiuti.
In definitiva questo processo non richiede delle particolari autorizzazioni come invece è richiesto per lo stoccaggio. Resta l’obbligo della tenuta del registro di carico e scarico e il divieto di miscelazione.

Possibili errori

Naturalmente lasciando libertà al produttore di applicare queste norme che abbiamo esposto si crea la possibilità di errori e fraintendimenti.

Occorre allora fare attenzione perché si potrebbe incorrere in infrazioni con conseguenze anche penali.

  • La prima è relativa al deposito incontrollato o abbandono con una possibile sanzione amministrativa pecuniaria da trecento a tremila euro che può essere raddoppiata se si tratta di rifiuti pericolosi.
  • La seconda invece riguarda la discarica – ovviamente in località non autorizzata-cioè l’abbandono di rifiuti magari ripetuto nel tempo. Qui la pena è più pesante: è previsto l’arresto con detenzione da uno a tre anni e all’ammenda da cinquemiladuecento a cinquantaduemila euro se i rifiuti sono pericolosi.

Possiamo trarre una morale da queste informazioni: disinteressarci ai rifiuti – specie se pericolosi – può esporci a dei rischi piuttosto rilevanti.