La Commissione Europea ha annunciato la sua Competitiveness Compass e la sostenibilità e la decarbonizzazione sono al centro della strategia

La Commissione Europea ha tracciato una direzione ambiziosa: un’Europa prospera e competitiva che guida la transizione verde globale.

Non si tratta solo di raggiungere gli obiettivi climatici, ma di garantire forza economica, resilienza e leadership a lungo termine in un mondo in rapida evoluzione.

Per troppo tempo, sostenibilità e competitività sono state considerate forze contrapposte.

Oggi, invece, sono due facce della stessa medaglia. Le aziende e le industrie che investono nella decarbonizzazione stanno plasmando il futuro dei mercati, delle catene di approvvigionamento e dell’innovazione. L’economia globale sta cambiando, e chi si adatta per primo definirà il nuovo panorama.

Quali sono i punti chiave?

Clean Industrial Deal: una strategia per decarbonizzare i settori ad alta intensità energetica, riducendo le emissioni e promuovendo pratiche industriali sostenibili.

Semplificazione normativa: piani per ridurre gli oneri amministrativi e snellire le regolamentazioni, con l’obiettivo di tagliare costi per 37,5 miliardi di euro nei prossimi cinque anni.

Supporto all’innovazione: maggiori investimenti in settori come l’intelligenza artificiale, la biotecnologia e la tecnologia quantistica per posizionare l’UE all’avanguardia dell’innovazione tecnologica.

Strategia per gli appalti pubblici: proposte per dare priorità alle imprese europee nei processi di appalto pubblico, rafforzando i settori strategici dell’UE e riducendo la dipendenza dai concorrenti esteri.

Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD): rimane un elemento chiave, con un’enfasi sulla trasparenza e sulla responsabilità nella sostenibilità aziendale. La Commissione riconosce le preoccupazioni sui carichi burocratici e sta valutando misure di semplificazione per bilanciare competitività e impegni di sostenibilità. Senza un’azione decisiva, le imprese affrontano rischi seri: interruzioni delle catene di approvvigionamento, volatilità dei prezzi dell’energia, pressione normativa e cambiamento delle aspettative dei consumatori rendono la sostenibilità una necessità aziendale, non solo un dovere morale. Il costo dell’inazione è molto più alto degli investimenti necessari alla transizione.

Il World Economic Forum avverte che senza misure concrete le imprese potrebbero subire un calo degli utili fino al 7% annuo entro il 2035, equivalente a una crisi delle dimensioni della pandemia ogni due anni.

La Banca Centrale Europea stima che oltre il 60% dei prestiti bancari nell’area euro sia esposto a rischi finanziari legati al clima, evidenziando la potenziale instabilità dei mercati che non si adattano. Per il resto del mondo, il costo sarà ancora più elevato. Queste iniziative mirano a posizionare l’Europa e i suoi partner su un percorso di crescita sostenibile e maggiore resilienza nel mercato globale.