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Si è recentemente tenuta la cinquantesima edizione della Giornata della Terra (Earth Day). Naturalmente per via del Covid-19 questa volta il festeggiamento è stato solo virtuale, senza assembramenti né cortei. Ciò non toglie il valore della manifestazione che vuole ricordarci un bene dato troppe volte per scontato e che troppe volte maltrattiamo e danneggiamo. In effetti l’obiettivo degli organizzatori e sempre quello di condividere le diverse tematiche ambientali e invitare i cittadini a ricercare modelli di vita più sostenibili.
Origini della manifestazione
L’Earth Day nesce nel 1970 negli Stati uniti partendo dalle proteste giovanili che si erano svolte negli anni 60 contro la guerra del Vietnam. Racconta la giornalista Eleonora D’Uva – da cui abbiamo tratto alcune informazioni per questo post – che l’idea dell’Earth Day venne a un giovane senatore del Wisconsin che voleva diffondere presso i giovani la passione per le tematiche ambientali. Si fece aiutare da un giovane attivista e vennero organizzati dei dibattiti in alcune università proprio il 22 aprile. Per questo ogni anno, proprio in quella data, venne indetta una manifestazione per ribadire i concetti di fondo dell’evento e valutare il cammino percorso. Notate: puntare sui giovani per le cause ambientali è la tesi anche di Ana Maria Hernandez che ha approfondito ricerche sugli ecosistemi: in sintesi, se non funzionano loro non funzioniamo noi.
Un’organizzazione agile
L’organizzazione iniziale era agile ma tutt’altro che evanescente dato che comprendeva ben ottanta persone ed era radicata su tutto il territorio americano. In essa confluivano molte associazioni, gruppi culturali e religiosi. Una scelta vincente fu quella di chiamare l’associazione Earth Day, un nome breve, chiaro, facilmente memorizzabile e in grado di coinvolgere subito milioni di cittadini. A chi non interessa il benessere del pianeta in cui vive, se solo ha un po’ di sale in zucca? Un ruolo importante lo svolsero immediatamente i media dando subito ampio spazio alle iniziative dell’associazione. Il successo arrivò rapidamente. Così negli anni ’90 il movimento divenne globale coinvolgendo milioni di persone in oltre 140 stati . Poi negli anni 2000 lo sviluppo di internet e dei social media mise il turbo al movimento.
Con il passare degli anni l’Earth Day ha scelto ogni volta – per il suo compleanno – una tematica diversa: nel 2020 si è optato per il climate change, un pericolo troppo incombente per essere trascurato.
Anche un’app dedicata
E’ stata anche creata un’app (denominata app Earth Challenge 2020) grazie alla quale è possibile fare una foto dell’area di ognuno e inviarla all’organizzazone dell’Earth Day. La foto verrà geolocalizzata e all’autore verrà inviato un feedback sull’effettiva qualità dell’aria o presenza di plastica nella zona. Da questo esame si potrà partire per rimediare alla situazione. Un modo pratico di cambiare le cose partendo dal territorio. Per saperne di più e a questo punto aiutare magari alla preparazione delle prossime edizioni si può visitare il sito earthday.org. Coraggio: c’è un anno di tempo per la prossima edizione.
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