I cambiamenti climatici e le api

In Sicilia non piove da otto mesi, in Piemonte non ha smesso quasi mai. A risentire fortemente di questi effetti dei cambiamenti climatici è l’apicoltura e le sue api, come hanno ben raccontato le testimonianze di apicoltrici e apicoltori intervenuti in diversi panel di Terra Madre 2024, la rete mondiale creata da Slow Food nel 2004, che raggruppa le “comunità dell’alimentazione” impegnate, ciascuna nel suo contesto geografico e culturale, a salvaguardare la qualità delle produzioni agroalimentari locali.

Nel report dell’Osservatorio Nazionale Miele si legge che “nella primavera 2024, dopo mesi di temperature sopra la media e una prima parte del mese di aprile con temperature quasi estive, che avevano lasciato sperare in una buona ripartenza, nell’arco di pochi giorni, i valori termici sono bruscamente crollati a valori tipici della fine dell’inverno”, con la conseguenza che “non sono mancati casi di famiglie di api letteralmente morte di fame” e “la mancata produzione dei raccolti primaverili precedenti l’acacia e l’agrumi in tutto il territorio nazionale, tranne qualche eccezione limitata a produzioni di nicchia in specifici areali. Sono state inoltre azzerate o fortemente compromesse le produzioni primaverili di punta, su cui gli apicoltori professionisti investono la percentuale più elevata di alveari: acacia, agrumi e sulla”.

Un quadro complessivo grave, con ripercussioni su tutto l’ecosistema, come segnalato dalle apicoltrici e apicoltori del Friuli Venezia Giulia che hanno sottolineato come questi fenomeni stanno incidendo anche sulla qualità dei pollini che le api e gli altri insetti impollinatori trovano sulle piante.

Il monitoraggio dell’Osservatorio Nazionale Miele, costituito nel 1988, si avvale di 25 rilevatori professionali con oltre 500 apicoltrici/apicoltori professionisti intervistati, e la sua attività di informazione, rilevazione e supporto è rivolta sia al mondo produttivo che alle pubbliche istituzioni.

La buona notizia è che anche quest’anno, nonostante il calo delle produzioni, l’Italia mantiene il primato di grande varietà di mieli uniflorali e millefiori, si possono anche andare a scovare, consultando la Guida Grandi Mieli d’Italia – Tre Gocce d’Oro.