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La Natura contro la spazzatura potrebbe essere il motto dell’artista Pina Inferrera che da sempre nelle sue opere si dedica alla natura. Collabora da anni con Gilda Contemporary Art, con la quale ha realizzato diverse mostre. Tra le esposizioni da lei create Natura Altera (2019) e la partecipazione ai Maestri del Paesaggio
con 5 installazioni a Bergamo Alta.
La mia attenzione per l’ambiente e la natura, che rappresenta il fulcro del mio impegno artistico, risale agli anni della mia infanzia. Fin da ragazzina immaginavo una vita a contatto con la natura, il verde, gli animali, il profumo del mare e dei boschi. Da ciò scaturiva spontaneo un impulso a utilizzare le cose e riutilizzarle, non
sciupare ciò che c’era intorno e dare e ridare valore a ogni cosa, oggetti, piante, animali, persone, e rispettare i silenzi respirando l’aria fragrante e odorosa.
Ho dedicato un lungo periodo del mio lavoro artistico alla produzione di opere realizzate attraverso il riciclo degli scarti industriali della bergamasca.
Prediligendo i materiali plastici che ho definito la “natura creata dall’uomo”, nella convinzione che si potesse rimediare a questi comportamenti sociali indotti da una frenesia dell’usa e getta, diventata una moda suggerita da mass media.
Finanziati da economie ansiose di vendere a tutti i costi, specializzati a creare falsi bisogni che hanno prodotto valanghe di rifiuti fino a ricoprire il mondo di spazzatura di ogni tipo.
Con gli scarti industriali di quella “natura creata dall’uomo” che avrebbe dovuto convivere con la natura biologica, senza soffocarla, ma favorendo lo sviluppo del progresso e della tecnologia, ho realizzato grandi installazioni ambientali che dialogavano con lo spazio, la luce, le ombre l’atmosfera.
Col passare del tempo prendevo consapevolezza che questo mio modus vivendi si distaccava sempre più dalla realtà: le città diventavano più sporche, l’incuria, la superficialità, il non rispetto per l’ambiente, il disprezzo per gli oggetti che riempivano sempre più le pattumiere hanno prestamente annullato, cancellato questa visione di armonia fra cose, natura, uomo, consonanza del pensare e del fare.
Il modello del turnover che prevede l’utilizzo di un determinato elemento da parte di vari elementi di un ecosistema secondo cui tutto si trasforma e rientra in circolo, adottato dai nostri avi, è saltato, non ha più retto alla super produzione del nostro sfrenato consumismo che è servito ad arricchire pochi, distrarre tanti, danneggiare tutti.
L’uomo oggi, incoraggiato da falsi idoli, si alimenta sempre più del suo super io, stiamo vivendo un’epoca mordi e fuggi dove le industrie non si preoccupano delle conseguenze delle loro emissioni ma guardano solo il fatturato, i governi dipendono dalle economie e non hanno la forza di difendere il diritto alla vita e alla salute dei propri cittadini che, frastornati dai mass media si distraggono dai reali problemi e si lasciano indirizzare a un illusorio benessere.
Queste considerazioni hanno determinato l’esigenza di rafforzare il mio messaggio ambientalista attraverso video e foto di quella natura.
Sempre più ristretta e artefatta dall’intervento speculativo dell’uomo, che mi è ancora possibile respirare e in cui amo immergermi totalmente.
In questa full immersion cerco sempre qualcosa che non è facilmente percepibile; è diventata o meglio è sempre stata un’ossessione inseguire nella natura l’impercettibile, un invisibile che rispecchi l’animo dell’umanità.
Ogni scatto/immagine è per me un frammento del suo aspetto e la mia ricerca vuole portare a ricostruirne l’intera fisionomia.
Un’espressione di perfezione che rispecchi l’indicibile BELLEZZA della NATURA.
Un’operazione che cerca di rammentare all’uomo contemporaneo di non scollarsi dalla natura
e sollecitare una maggiore considerazione e riflessione su quali potrebbero essere le reali priorità.
Ringraziamo allora Pina Inferrera di cui continueremo a seguire la sua produzione artistica profondamente ispirata all’amore per la Natura. Forza Pina!
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