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Che cos’è l’Oktoberfest? Molti di voi lo sapranno – specie se sono appassionati di birra. E’ una grande festa popolare che si svolge ogni anno dalla fine di settembre ai primi di ottobre a Monaco di Baviera. La partecipazione – anche dall’Italia – è molto ampia: si calcola che complessivamente i visitatori (e bevitori di birra naturalmente) siano in media almeno sei milioni. E il consumo appunto di birra si aggira sui 7,5 milioni di boccali. Non ci vuol molto a capire che tra birre e salsicce la produzione in quei giorni di gas naturale (metano) sia davvero imponente. E tutti noi abbiamo sempre ritenuto che questo gas derivi in primis proprio da questi alimenti consumati – è chiaro – in grandi quantità. E invece…
Il bello è che le cose non stanno proprio così. Lo dimostra una ricerca apparsa su Nature con un breve articolo sul numero del 9 aprile di quest’anno. Il team dei ricercatori era guidato da Jia Chen e Florian Dietrich e si è svolta per la Università tecnica di Monaco. Infatti il pezzo (Why Oktoberfest amasses so much gas?) racconta di come questi ricercatori hanno scoperto che la maggior parte delle emissioni di gas generate durante la festa non provenga dai festaioli ubriachi ma da emanazioni di attrezzi per cucinare e riscaldare.
Per fare queste rilevazioni i due ricercatori hanno passeggiato e percorso in bicicletta tutta l’area della festa. E forse – aggiungiamo noi – qualche boccale di birra se lo saranno fatti anche loro. Ecco i dati raccolti: i livelli di metano durante il festival sono saliti fino a cento parti per miliardo superiori alla fase presistente.
Ma secondo i ricercatori solo il 22% di questo metano in più sarebbe venuto dai rutti festosi (!) dei partecipanti. Il resto, come abbiamo anticipato, proveniva dalle apparecchiature a gas per riscaldare l’ambiente e cucinare il cibo per i 300 mila visitatori giornalieri.
Va aggiunto che le emissioni raggiungono il picco durante i pasti il mattino, il pomeriggio e la sera. Ancora un dato: le emissioni di metano dell’Oktoberfest sono dieci volte della media annuale di quelle a Boston, Massachusetts, una città notoriamente a forte rilascio di gas. Conclusione dei due ricercatori: quando si fanno degli inventari di emissioni urbane andrebbero inseriti gli effetti di grandi manifestazioni con ampia partecipazione e a scadenze regolari. Nostra conclusione: certo i rutti non sono indice di buona educazione ma non sono poi tanto dannosi per l’ambiente. I maleducati sono scusati.
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