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“Questo è Internet!”, Massimo Di Felice (antropologo, professore dell’università di San Paolo del Brasile, un italiano che insegna lì, dove […]
A fine novembre sono stati presentati a Milano i risultati del Tavolo di lavoro sul Sustainable Procurement istituito da UN Global Compact Network Italia nel marzo 2023.
L’obiettivo del tavolo di lavoro è stato quello di approfondire la gestione sostenibile delle catene di approvvigionamento come elemento trasversale che collega le dimensioni sociale, ambientale ed economica.
Questo approccio mira a consentire al settore privato di avere un impatto concreto e positivo per l’avanzamento dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, considerando che a giugno 2023 già oltre 600 imprese italiane partecipano all’UN Global Compact.
Il Tavolo di lavoro coinvolge un numero limitato di organizzazioni aziendali aderenti al Global Compact delle Nazioni Unite e si rivolge in particolare ai rappresentanti aziendali delle divisioni di “approvvigionamento”, con l’obiettivo di sensibilizzarli sulle tematiche dello sviluppo sostenibile, perché è sempre più evidente che per essere sostenibile un’impresa deve anche saper scegliere i suoi fornitori, affinché siano a loro volta sostenibili.
Nel corso degli incontri tenuti dal tavolo “è emersa l’importanza del coinvolgimento delle supply chain nelle strategie di riduzione delle emissioni: “per progredire efficacemente verso un’economia net-zero, è necessario lavorare anche sulle emissioni indirette generate lungo la filiera. Dal punto di vista sociale, è stato evidenziato come limitare gli impatti, sia reali che potenziali, delle attività imprenditoriali su questa dimensione rappresenti una sfida difficile da affrontare, soprattutto a causa della complessa conformazione geografica, culturale e normativa delle catene di approvvigionamento – scrivono i promotori – “Tuttavia, le imprese e, in particolare, i Big Player sono chiamati a considerare la promozione e la tutela dei diritti umani e dei lavoratori come prioritarie nella gestione delle proprie filiere, andando oltre la logica della compliance, al fine di creare valore condiviso e farsi promotori di una cultura del cambiamento”.
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