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Anche quest’anno, dall’8 al 14 aprile – si è svolto a Milano il Salone del Mobile e, parallelamente, il FuoriSalone. Questa seconda manifestazione – ma sarebbe meglio dire insieme di manifestazioni: si è trattato di ben 400 eventi – ha dato particolare spazio alla sostenibilità. Com’è noto il FuoriSalone coinvolge ormai praticamente tutta la città, non solo il centro ma anche la periferia e quartieri che, una volta negletti, sono tornati oggi a una nuova vita.
Per esempio: la cura dell’ambiente ha ispirato oltre trenta installazioni sperimentali firmate da architetti e designer di fama internazionale e realizzate da aziende ed imprese d’eccellenza. All’economia circolare era dedicata CircularENI all’Orto Botanico di Brera mentre la mobilità elettrica è stata interpretata da Audy City Lab all’Arco della Pace. In particolare all’Università degli Studi – che i milanesi chiamano la Statale – abbiamo visto nell’ampio cortile una gigantesca scritta HELP. Era fatta di tappi di plastica, quindi era un esempio di riciclo. Perché aiuto? Lo spiega Maria Cristina Finucci l’artista che l’ha progettato. A chiedere aiuto è la Natura che letteralmente (come sapete) ‘sanguina plastica’. L’artista – impegnata nella lotta alla plastica inquinante – ha creato uno stato ideale costituito da cinque isole di plastica che galleggiano negli oceani. Davvero una provocazione intelligente che ha colpito i numerosi visitatori. Sempre alla Statale abbiamo visto una creazione in legno sostenibile denominata AHEC Cross Laminated Timber (CLT) di tulipier americano. La realizzazione è a cura di Multiply Milano. Apprezzabile anche The Circular Garden dello studio Carlo Ratti. Curioso il materiale usato: micelio ossia la parte vegetativa del fungo. Leggiamo che a fine mostra il materiale verrà restituito alla Terra cioè è completamente riciclabile. Lo sponsor dell’opera era CircularENI. Ma torniamo alla plastica, un po’ la protagonista, seppure in negativo, di questo FuoriSalone. In piazza XXV Aprile Timberland ha presentato un robottone fatto tutto di bottiglie di plastica riciclate e scarti di lavorazione di design. Il nome del robottone – che a noi ricorda un po’ il protagonista della serie Transformers – è ROBOTL, il supereroe della sostenibilità. L’iniziativa è tesa anche a pubblicizzare la collezione di Footwear ReBoTL di Giò Forma che utilizza per il 50% pet riciclato. Nutrito il materiale collegato a ROBOTL come siti e social (www.preciosplastic.com).Il concept del progetto ROBOTL era di Raffaello Gallotto. Da ricordare anche l’installazione Komodo EcoWall dell’azienda Nardi. Alla fine, un po’ stanchi – anche per via del pubblico davvero oceanico – ci siamo riposati a una postazione davanti alla Rinascente di piazza del Duomo. Poltrone molto comode sotto ben sedici ulivi piantati per l’occasione. Tempo fa in piazza del Duomo sono state messe a dimora da Starbucks numerose palme. Bene, il verde avanza (anche se alla fine della mostra temiamo che gli ulivi spariscano).
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