Agricoltura biologica: è più resistente alla siccità.
Come avrete notato l’agricoltura è uno dei campi (è il caso di dirlo) che più spesso affrontiamo su questa newsletter.
I motivi sono noti anche se vale sempre la pena di ribadirli: l’agricoltura classica – con i suoi sprechi e le sue diseconomie – è uno dei
principali fattori di deterioramento del nostro pianeta.
Ci sarebbe, per fortuna, una soluzione che in realtà ha fatto dei passi in avanti. Ma c’è ancora molto da fare, soprattutto dal punto di vista della ricerca.
Un nome da tener d’occhio da questo punto di vista è il Rodale Institute che, tra l’altro, è il più antico istituto di ricerca sul biologico degli Stati Uniti (fondato nel 1947). Tra l’altro il Rodale sa anche comunicare bene, con chiarezza e tempestività. Basta visitare il loro sito per avere in modo comodo e completo una serie di informazioni sul biologico.
Naturalmente il sito dà anche consigli pratici e aiuta in modo concreto chi, per esempio, voglia riconvertirsi da agricoltore tradizionale ad agricoltore bio.
In questi anni il Rodale Institute ha condotto un gran numero di sperimentazioni sui sistemi agricoli e ha fatto dei confronti con il biologico, il tradizionale e ultimamente l’OGM.
Sono stati allora raccolti dati su rendimenti, parametri economici , nutrizione salute del suolo ed energia. Ricordiamo che il fondamento dell’agricoltura biologica è l’assenza di utilizzo di prodotti di sintesi e la conservazione della fertilità del suolo. Tra i risultati delle ricerche ci ha colpito la rilevazione che l’agricoltura biologica è più resistente alla siccità.
Siccome siamo in tempi di global warming e molte zone del pianeta sono a rischio desertificazione, questo dato è un ulteriore stimolo ad adottare tecniche di agricoltura biologica.
Per saperne di più è possibile consultare il Sinab – sistema di informazione naturale sull’agricoltura biologica e il sito Rodale che abbiamo citato rodaleinstitute.org.
Allora: biologico è meglio? È logico.