Sostenibilità: la definizione definitiva

La sostenibilità è un termine che è stato definito in diversi modi. Intanto perché esistono diversi tipi di sostenibilità: c’è quella ambientale, sociale, economica e così via. In genere ci si riferisce alle aziende. Comunque se andate su Google trovate la definizione più corretta – non è detto che sia la più esatta – di questo concetto. ‘La sostenibilità è la possibilità di essere mantenuto o protetto con sollecitudine e impegno o di essere difeso e convalidato con argomenti probanti e persuasivi.’

Accontentare

Ci possono accontentare? Diciamo di no anche perché questo concetto ha assunto un’importanza rilevante in questi ultimi anni ed è entrato prepotentemente in molti campi e settori, fino a poco tempo fa insospettabili. Allora è meglio rifarsi alla definizione più recente e puntuale che è stata stabilita dalla UE già dal gennaio 2022. Stiamo parlando della tassonomia UE della sostenibilità. Ricordiamo che questo termine , anch’esso oggi in grande auge, richiama la disciplina che si occupa della classificazione gerarchica di elementi viventi o anche inanimati. E veniamo allora alla nuova e più calzante definizione di sostenibilità che è stata promulgata dal TEG (Technical Expert Group) un organismo che supporta la commissione europea appunto nel lavoro di definizione di sostenibilità.

Uno strumento solido

Allora la sostenibilità è uno strumento solido e basato su dati scientifici che offre trasparenza alle imprese e agli investitori. Tutti costoro trovano nella sostenibilità un linguaggio comune che potranno usare ogni volta che investono in progetti e attività economiche. Potranno così avere significative ricadute positive sul clima e sull’ambiente.

Mi pare che adesso abbiamo le idee un poco più chiare e abbiamo ben delimitato il perimetro in cui si muove questo concetto. In sostanza comunque la sostenibilità fornisce un elenco di attività economiche che ne misurano l’impatto ambientale. Come sono selezionate queste attività?

Obiettivi ambientali

Precisamente in base a sei obiettivi ambientali che sono stati, appunto identificati dalla commissione europea.  Eccoli:

1-La mitigazione degli effetti del climate change;
2-L’adattamento al climate change;
3-L’uso sostenibile e la protezione dell’acqua e delle risorse marine;
4-La transizione verso un’economia circolare,
5-La riduzione degli sprechi e il riciclo dei materiali;
6-Il contenimento dell’inquinamento e la tutela degli ecosistemi.

Nello specifico

E adesso entriamo nello specifico.
Per essere sostenibile un’attività deve soddisfare quattro criteri:

1-Contribuire ad almeno uno dei 6 obiettivi indicati sopra;
2-Non produrre impatti negativi su nessun altro obiettivo della serie dei 17 Goals redatta dalla UE;:
3-Soddisfare le salvaguardie minime sui diritti umani;
4-Rispettare i criteri tecnici identificato dal TEG.

Gennaio 2022

I criteri tecnici sulla mitigazione e l’adattamento entreranno in vigore nel gennaio 2022. Specifichiamo poi che la mitigazione è l’insieme delle iniziative volte a limitare l’impatto delle attività umane. Ciò può avvenire riducendo o eliminando le emissioni di gas effetto serra. Invece per adattamento si intende il miglioramento della capacità di prevedere e affrontare gli effetti negativi del cambiamento climatico.

A questo punto avrete capito che la sostenibilità è un elemento così pervasivo che entra in un settore insospettabile: quello della finanza.

I soggetti coinvolti

I soggetti coinvolti in questo connubio sono diversi. In primis c’è il modo della finanza responsabile. Qui si tratta di definire quanto un investimento sia, in effetti, sostenibile. Per ogni prodotto l’operatore del mercato finanziario sarà tenuto a dichiarare in quale misura gli investimenti sono in linea con i criteri che abbiamo esposto sopra. Secondariamente i governi saranno chiamati a stabilire adeguati incentivi per le aziende green. Infine le aziende dovranno dichiarare il proprio impatto sull’ambiente. Per il momento parliamo di aziende quotate con oltre 500 dipendenti, le banche e le assicurazione. Gli strumenti per fare queste dichiarazioni esistono già da tempo.

Ridurre i costi

Vogliamo infine osservare che la sostenibilità – se ben applicata alla realtà aziendale – riduce i costi generali. In particolare gli ESG (Environmental Social Governance) guidano gli adeguati assetti organizzativi e i ‘green alert’ cioè le applicazioni che consentono di gestire i rischi aziendali derivanti dai cambiamenti climatici.

Questi concetti sono stati sviluppati dall’economista Silvano Falocco della Fondazione Ecosistemi. Falocco ribadisce che la finanza sta subendo una profonda trasformazione dovuta all’avanzamento del Green Deal Europeo. Questa colossale iniziativa per essere realizzata comporta la necessità di forti investimenti. Ricordiamo che per raggiungere gli obiettivi del 2030 in tema di ambiente ed energia occorre – oltre alle cifre già stanziate – uno stanziamento suppletivo di circa 260 miliardi di euro l’anno. Una bella cifra.