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Ecomondo 2024: gli Stati Generali della Green Economy
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E’ recentemente apparso su Nature un lungo editoriale che affronta il tema della protezione dei cittadini minacciati dal caldo eccessivo. Il titolo di questo lungo articolo è infatti ‘Le città devono proteggere le persone dal calore estremo’ (Cities must protect people from estreme heat). Anche noi abbiamo visto, ad esempio, in televisione, la sequela di disastrosi incendi che si sono succeduti in California. E non solo. La tesi di Nature è allora che sia necessario anzi indispensabile per gli urbanisti studiare delle adeguate strategie per fronteggiare gli eccessi climatici. Il tutto nasce da un dato incontrovertibile : l’ondata di caldo nel 2021 nel Nord America ha superato di gran lunga i precedenti record rilevati sia negli Stati Uniti occidentali che in Canada.
Per esempio in giugno il villaggio canadese di Lytton ha raggiunto i 50 gradi °C con un aumento di 5 gradi rispetto all’anno precedente. E nel le città di Vancouver, Portland e Seattle centinaia di persone sono decedute per il caldo eccessivo. Perché si verifica questo? Nature osserva che le città sono particolarmente vulnerabili al caldo anche per via dell’asfalto che assorbe largamente il calore. Quello che cambia adesso è che le ondate di calore si verificano più frequentemente e presentano una maggiore intensità.
I motivi ormai sono ben noti e l’articolo ricorda la tesi di alcuni ricercatori secondo i quali l’aumento di temperatura sarebbe stato impossibile senza il riscaldamento globale indotto dall’uomo. Come vedete siamo sempre allo stesso punto: molti dei guai in cui siamo ce li procuriamo noi. Ormai vari studi lo attestano e dimostrano e che questo pericolo è in aumento. Una ricerca presentata l’anno scorso dimostra che l’esposizione al calore estremo degli abitanti i 13 città dal 1983 al 2016 sono più che raddoppiate. Altre ricerche citate dall’articolo parlano di due città – Jacobabad in Pakistan e Ras Al-Klaimah negli Emirati Arabi Uniti i cui abitanti hanno ormai superato i limiti di sopravvivenza per un organismo umano esposto al calore. Ma allora possiamo chiederci: non è possibile trovare dei sistemi per difenderci?
Qualcosa è stato fatto e l’articolo di Nature ci racconta alcuni esempi virtuosi che possono darci dei suggerimenti utili. Un caso riportato riguarda la città di Ahmedabad nell’India occidentale. Il piano messo a punto – che come vedremo ha avuto degli effetti positivi – si basa su un concetto ovvio e sacrosanto: la prevenzione. Infatti prevede un’allerta precoce allorchè viene prevista un’imminente ondata di caldo. La gente viene allora avvertita in anticipo e ha tempo per approntare delle difese. Ma la gente comunque non è lasciata da sola e infatti il piano prevede di fornire anche adeguato personale medico. Questi provvedimenti hanno portato a salvare la vita a più di mille persone. Il successo di questo sistema ha indotto ad applicarlo a una dozzina di altre città dell’India portando a risparmiare molte altre vite, altrimenti condannate.
Un’altra idea – denominata ‘tetti freddi’ – consente di ridurre la temperatura all’interno delle abitazioni di 2-5 gradi. Il sistema nasce dalla constatazione che il colore bianco protegge dal sole meglio dei colori scuri. Ma c’è di più: esiste anche una vernice di colore bianco – al solfito di bario – che riesce a riflettere il 98% della luce solare. Allora i tetti sono dipinti di bianco e questo consente di ridurre la temperatura – all’interno della abitazione – di 2-5 gradi °C. A Barcellona, in Spagna, le autorità hanno deciso di finanziare i ‘tetti verdi ‘ in dieci edifici. Con questa procedura entriamo allora in un settore – quello delle costruzioni – che è molto importante per ottenere delle sensibili riduzione delle temperature. Per questo i governi devono intervenire – anche con delle certificazioni edilizie – per orientare l’industria delle costruzioni a progettare e realizzare edifici che possano mitigare le ondate di calore.
Vengono anche forniti degli incentivi per un’edilizia verde che è più sensibile alle tematiche di mitigazione del calore. Ma ci sono anche interventi che coinvolgono direttamente le persone, anche quelle più a basso reddito. Le autorità fanno in modo di inserire anche queste persone più sfortunate e più esposte alle vampe di calore nelle zone più verdi delle città. Infatti una ricerca negli Stati Uniti ha dimostrato che proprio le persone più indigenti – e in particolare quelle di colore – sono costrette a vivere nei quartieri con meno verde con pochi o nessun parco o giardini. In questo modo l’intervento contro il caldo ha avuto anche inaspettati risvolti sociali. Concludiamo questa panoramica con un’altra iniziativa, definita ‘corridoi freschi’ (cool corridors).
A questo proposito a Parigi le autorità hanno promosso la costruzione di isole di raffreddamento che collegano, parchi, piscine e giardini con passerelle rinfrescate. Quindi anche il passaggio da una zona all’altra avviene senza il disagio delle vampe di calore. Tutto questo senza dimenticare il sistema più classico per contrastare l’eccessivo riscaldamento è cioè piantare alberi in grande quantità. Così in Colombia a Medellìn hanno piantato recentemente 10.000 alberi ed il risultato è la riduzione di 2 °C. L’articolo di Nature conclude osservando che sostanzialmente ogni decesso per calore eccessivo è evitabile se si adottano, per tempo, le misure di prevenzione adeguate. Come ha dimostrato questo post molte di queste misure hanno già dimostrato di essere efficaci e realizzabili anche su larga scala. Il loro impiego è allora auspicabile anche nei paesi a temperatura temperata come il nostro. Temperata, si diceva, almeno per il momento.
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