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Ecomondo 2024: gli Stati Generali della Green Economy
Anche quest’anno Ecomondo ha ospitato gli Stati Generali della Green Economy: due giorni con oltre 1500 partecipanti e 100 fra […]
Giulia Vitale – Dottoranda Scienze Polari presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia e Beatrice Rosso – Dottoranda Scienze Ambientali presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia.
Le attività di ricerca al Polo Nord sono uno strumento fondamentale in uno scenario di “amplificazione Artica”. L’artico si sta scaldando ad una velocità due/tre volte maggiore rispetto a quella del resto del pianeta dovuto ai numerosi meccanismi di feedback coinvolti che rendono questa regione una delle più sensitive e fragili del pianeta. Ad esempio, la retroazione ghiaccio-albedo, uno dei processi che, come conseguenza dell’aumento globale della temperatura media, agiscono rinforzandosi, riflettendo meno radiazioni e contribuendo ancora di più allo scioglimento dei ghiacciai.
A causa delle continue connessioni atmosferiche e circolatorie con le medie latitudini, quello che accade nell’Artico non rimane confinato ma influenza anche tutte le altre latitudini. Inoltre, i repentini innalzamenti delle temperature, gli accelerati scioglimenti dei ghiacci, e il conseguente cambiamento nelle precipitazioni e nelle correnti, favoriscono le attività commerciali e turistiche in quest’area.
L’incremento dell’attività antropica in tutto il mondo comporta un aumento della contaminazione da plastica e microplastica nell’ambiente, che può essere trasportata nei poli attraverso le correnti oceaniche e atmosferiche. (Trovate i webinar dedicati nella sezione “Phoresta Academy”) I campionamenti e lo studio della contaminazione ad alte latitudini ci aiutano a comprendere il trasporto, le fonti e la distribuzione di questi contaminanti.
Grazie a due borse di studio norvegesi, Arctic Field Grant 2021 e 2022, Giulia Vitale e Beatrice Rosso, hanno avuto la possibilità di poter raggiungere uno dei luoghi più remoti del pianeta: Ny-Ålesund, a soli mille chilometri dal Polo Nord, nelle Isole Svalbard. Questo piccolo villaggio è un importante centro di ricerca per lo studio dell’ambiente artico e delle sue componenti in cui collaborano stazioni di ricerca provenienti da tutto il mondo. Qui è presente la stazione italiana “Dirigibile Italia”, gestita dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). L’obiettivo di Giulia è stato quello di campionare acqua superficiale e sedimento marino nei fiordi delle isole Svalbard, più precisamente lungo il Kongsfjorden; mentre quello di Beatrice campionare aria e neve nei ghiacciai limitrofi allo stesso fiordo.
I risultati serviranno a verificare se le microplastiche possono essere trasportate fino a questi luoghi remoti e comprendere meglio i loro flussi e trasporti dalle medie alle alte latitudini. Oltre al punto di vista professionale, le esperienze sono state uniche anche dal punto di vista umano. In questa realtà, infatti, si entra in contatto con culture e abitudini diverse da tutto il mondo e si impara a lavorare sul campo con i mezzi disponibili a temperature da -20°C (in inverno) a massimo +5°C (in estate). I campionamenti per acqua e sedimento sono stati effettuati con un’imbarcazione di ricerca che ha dato l’opportunità di ammirare l’immensità dei ghiacciai, dove se ne percepisce la grandezza e maestosità ma anche la fragilità. Giulia racconta: “uno dei momenti più suggestivi a bordo è stato durante una giornata nuvolosa, in cui le nuvole basse circondavano i promontori ed il ghiaccio marino, trasportato dal vento, tanto che non ci è stato possibile raggiungere il punto di campionamento. Mentre la barca proseguiva si sentivano i pezzi di ghiaccio colpire la prua della barca e si stava navigando su un vero e proprio letto di ghiaccio”. Invece, Beatrice racconta che in inverno, i ghiacciai vengono raggiunti con delle motoslitte.
La principale problematica nelle sommità dei ghiacci è il vento gelido artico che permette di raggiungere il punto di campionamento con molte difficoltà. Grazie, però, a un ottimo lavoro di squadra si riesce a coordinarsi e permettere di raggiungere i vari obiettivi scientifici in totale sicurezza. Una seconda particolarità è la presenza costante della luce in estate e il buio totale in inverno (24 h al giorno), che fa perdere la cognizione temporale e tutti i ritmi a cui si è abituati a latitudini più basse. Nelle stagioni intermedie invece, si iniziano a intravedere le prime aurore boreali che creano l’atmosfera ancora più unica. Tutti i campioni sono poi trasportati nelle sedi del CNR-ISP di Venezia e Università Ca’ Foscari di Venezia, dove vengono processati e analizzati. Comprendere meglio come questi nuovi inquinanti emergenti si trasportano nell’ambiente darà fondamentali risultati per pensare e progettare nuove azioni correttive per migliorare il loro impatto in ambiente e prevenire la salute degli organismi e dell’uomo.
Traversata del fiordo a bordo dell’imbarcazione di ricerca, sopra – ghiacciaio alla fine del Kongsfjorden con le tre corone, simbolo di Ny-Ålesund – sotto, giornata di campionamento nuvolosa e con abbondante ghiaccio marino che ha impedito le attività alla fine del fiordo.
A sinistra, Giulia Vitale con i colleghi Mathia Sabino e Sara Giansiracusa durante un campionamento con ghiacciaio sullo sfondo; a destra, bottiglia Niskin usate per il campionamento di acqua marina superficiale.
Veduta del fiordo di Ny-Alesund ancora ghiacciato nel periodo di Marzo 2021
Campionamento nei ghiacciai con le motoslitte insieme alla collega Marianna D’Amico
Riferimenti:
Iannilli, V., Pasquali, V., Setini, A., & Corami, F. (2019). First evidence of microplastics ingestion in benthic amphipods from Svalbard. Environmental research, 179, 108811.
Lusher, A. L., Tirelli, V., O’Connor, I., & Officer, R. (2015). Microplastics in Arctic polar waters: the first reported values of particles in surface and sub-surface samples. Scientific Reports 2015 5:1, 5(1), 1–9. https://doi.org/10.1038/srep14947
Masson-Delmotte, V., Zhai, P., Pirani, A., Connors, S. L., Péan, C., Berger, S., … & Zhou, B. (2021). Climate
change 2021: the physical science basis. Contribution of working group I to the sixth assessment report of the intergovernmental panel on climate change, 2.
NB: il post non è soggetto di sponsorizzazione e i contenuti sono di pura divulgazione e informazione.
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