Informarsi bene fa bene all’ambiente

Nelle scorse settimane in Italia è nata la coalizione “Stampa libera per il clima” , iniziativa promossa da Greenpeace per creare una rete di testate giornalistiche che non siano legate ad aziende che producono con combustibili fossili e che siano in grado di affrontare approfonditamente la questione climatica.

Già dal 2014 è attivo in Italia l’Osservatorio Sostenibilità e Ambiente [www.osa-ecomedia.it], con l’obiettivo di dare una fotografia periodica su come le tematiche ambientali vengono trattate sui maggiori mezzi d’informazione.
Purtroppo ancora nell’ultimo rapporto  con i dati sul 2022 si legge: “In linea generale, le tematiche ambientali finiscono al centro del dibattito e ottengono un numero più alto di occorrenze in conseguenza ad episodi di cronaca e catastrofi naturali. Il crollo della Marmolada a luglio, la crisi idrica e le ondate di calore dell’estate e l’alluvione delle Marche a settembre hanno fatto registrare diversi picchi di utilizzo delle parole chiave. La curva, però, scende rapidamente e, passato qualche giorno, ambiente e clima tornano ad essere nominati una volta al giorno, se non meno. Il tema ambientale entra anche nel dibattito politico, ma non lo fa in maniera pregnante. Il cambiamento climatico e le energie rinnovabili vengono spesso evocate quando si parla della guerra in Ucraina e delle sue conseguenze”.

Non solo, anche dal lessico usato nell’informazione si capisce che non ci sia un reale interesse ad una informazione di qualità: “Le parole chiave maggiormente nominate sono ambiente e clima, cambiamento climatico e transizione ecologica. Su quest’ultima, che registra il risultato più alto delle altre, influisce però in maniera determinante la denominazione dello specifico Ministero. Le keywords meno utilizzate sono, invece, economia circolare, green economy e mobilità sostenibile, nonostante anche per quest’ultima influisca la denominazione del Ministero. Nessuna occorrenza, in nessuna delle testate Rai, è stata registrata per Agenda 2030, mentre vi è stata almeno una registrazione, durante il periodo monitorato, per ognuna delle emittenti private.
Nel periodo preso in analisi, è bene segnalare che un buon numero di occorrenze per diverse parole chiave – come biologico, energia rinnovabile, mobilità sostenibile e sviluppo sostenibile – sono da imputare alla presenza di pubblicità che affrontano il tema: Amazon parla del progetto di nuovi magazzini che sfruttino le rinnovabili, la mobilità sostenibile è spesso al centro delle réclame delle automobili e si parla di biologico accostato al cibo o a prodotti cosmetici”.

Non resta che iniziare a fare la differenza anche nella scelta delle testate da leggere.