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Ecomondo 2024: gli Stati Generali della Green Economy
Anche quest’anno Ecomondo ha ospitato gli Stati Generali della Green Economy: due giorni con oltre 1500 partecipanti e 100 fra […]
L’adattamento climatico * è il processo di adeguamento agli effetti attuali e futuri dei cambiamenti climatici e riguarda tutta la cittadinanza, dai decisori politici all’utenza finale. Ha preso avvio dalla scienza dalle osservazioni sui fenomeni metereologici della NASA – NOAA National Oceanic and Atmospheric Administration, che ha appurato l’esistenza dei cambiamenti climatici, catalogandone gli effetti negativi su tutti gli aspetti che permeano le nostre vite, da quelli economico-sociali a quelli infrastrutturali e monetari, fino alle diseguaglianze di genere. Questi dati sono la base anche delle analisi dei report IPCC – Intergovernmental Panel on Climate Change – e sono stati già acquisiti come fonte autorevole scientifica da tutto il sistema finanziario creditizio e bancario mondiale che ha poi proposto indicazioni, obblighi e misurazioni per riformulare le politiche monetarie, creditizie e bancarie.
Anche l’Agenzia europea per l’ambiente (AEA), che fornisce conoscenze e dati scientifici a sostegno degli obiettivi ambientali e climatici nei paesi comunitari, scrive che l’adattamento climatico è: “anticipare gli effetti avversi dei cambiamenti climatici e adottare misure adeguate a prevenire o ridurre al minimo i danni che possono causare oppure sfruttare le opportunità che possono presentarsi. Esempi di misure di adattamento sono modifiche infrastrutturali su larga scala, come la costruzione di difese per proteggere dall’innalzamento del livello del mare, e cambiamenti comportamentali, come la riduzione degli sprechi alimentari da parte dei singoli”.
I decisori politici devono dunque perseguire obiettivi molteplici, attraverso riforme strutturali economiche, sociali e normative che permettano di convivere con i cambiamenti climatici. E, soprattutto, le questioni climatiche, incluso l’adattamento, devono essere parte integrante e stabile delle loro agende politiche, vanno incluse nelle pianificazioni economiche e sociali di governi nazionali e locali e devono entrare di diritto negli obiettivi industriali ed aziendali delle imprese e delle aziende artigianali.
La strategia di adattamento dell’Unione Europea si collega direttamente ai recenti accordi globali, come l’accordo di Parigi, il quadro di riferimento di Sendai per la riduzione dei rischi di catastrofi e l’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, con gli obiettivi da raggiungere anche da parte dell’UE.
Anche l’Italia ha un piano, che è stato pubblicato a inizio 2024 e in cui si legge che il nostro paese “si trova nel cosiddetto ‘hot spot mediterraneo’, un’area identificata come particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici”. Attualmente il piano è sottoposto a procedimento di VAS – valutazione ambientale strategica.
* A questo post di introduzione seguiranno altri di approfondimento sull’adattamento climatico e sulle misure prese anche in Italia: intento di Phoresta è offrire informazioni e contributi per avere una alfabetizzazione climatica di base.
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