Ridurre le emissioni per salvaguardare gli ecosistemi marini

Arriva l’obbligo giuridico di ridurre le emissioni che impattano le acque per salvaguardare gli ecosistemi marini.

Il Tribunale internazionale del diritto del mare (TIDM), l’organo indipendente delle Nazioni Unite con sede ad Amburgo, a fine maggio scorso ha emesso un parere consultivo, a seguito della richiesta arrivata a dicembre 2022 dalla Commissione dei piccoli stati insulari sui cambiamenti climatici e il diritto internazionale (COSIS).

La Commissione aveva infatti chiesto al Tribunale di esprimersi sugli obblighi, derivanti dal diritto internazionale, che dovrebbero avere gli Stati per proteggere l’ambiente marino dai danni causati dai cambiamenti climatici.
Il tribunale ha così definito, per la prima volta nella storia, quali dovrebbero essere gli obblighi giuridici per ridurre le emissioni di gas serra che impattano sugli oceani e gli ecosistemi presenti nelle acque, a partire dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, di cui sono parte 164 Stati componenti dell’Onu e l’Unione Europea.
Nel parere c’è la spinta a fare molto più di quanto previsto dagli accordi di Parigi e viene espressa chiaramente la maggiore responsabilità da parte degli Stati che hanno avuto storicamente un ruolo maggiore nel produrre inquinamento ed emissioni nocive per il clima.

In un comunicato stampa hanno espresso soddisfazione dal Cosis i rappresentanti delle piccole nazioni insulari, da anni insoddisfatte per i negoziati delle Cop, mentre l’avvocata Marta Torre-Shaub, specializzata in diritto ambientale e cambiamenti climatici ha affermato che il parere del tribunale “può già essere considerato come la fondazione di un nuovo diritto internazionale” e ha sottolineato come il parere, non solo dia forte rilievo alle conoscenze scientifiche, ma anche al principio di precauzione, perché il rischio riconosciuto è grave e irreversibile.