Assosistema: per un’impresa responsabile e sostenibile

Intervistiamo il dottor Marco Marchetti presidente di Assosistema che ha sempre dimostrato un forte interesse per il climate change e l’economia circolare.

D-Mi può indicare le  iniziative di Assosistema per promuovere il modello di riutilizzo?

R- Attraverso l’iniziativa REUSE, WASH GREEN, NO WASTE, Assosistema Confindustria propone alle istituzioni, agli stakeholders e ai consumatori, la riduzione dei rifiuti a partire da un uso intelligente delle nostre risorse e dei nostri beni agendo, quindi, sulla sostenibilità ambientale da più punti di vista.

Sostenibilità ambientale che risulta a livello scientifico dalle ricerche realizzate dall’Istituto Ambiente Italia, secondo cui il lavaggio industriale del tessile determina una serie di vantaggi, quali: – 53% di riscaldamento globale; – 27% impoverimento di strato di ozono; – 50% di smog, – 92% di produzione di rifiuti, rispetto all’utilizzo di materiale usa e getta. Ma anche dalla certificazione UNI EN 14065:2016 che, con le linee guida Assosistema, garantisce una riduzione della biocontaminazione per l’utente finale. Per precisare i tre pilastri della nostra iniziativa:

D- Il vostro punto di vista sulla economia circolare in relazione al Covid-19?

R- Il Covid-19, oltre a dimostrare l’inadeguatezza del nostro servizio sanitario nazionale nel fronteggiare situazioni di emergenza perché già in difficoltà nelle situazioni di assistenza e di soccorso ordinarie a causa dei reiterati interventi di Spending Review, ha evidenziato inevitabilmente il fallimento di un modello di sviluppo centrato sulla dominanza di prodotti usa e getta, che, proprio perché diventata una “dipendenza”, non è stata in grado di fronteggiare a pieno la necessità di approvvigionamento dei Dispositivi di protezione individuale.

In ambito sanitario. La maggior parte dei prodotti usa e getta per la sala operatoria, in riferimento alla preparazione del campo operatorio e alla vestizione della equipe, vengono prodotti fuori dal nostro Paese, ciò significa che li acquistiamo portando la ricchezza fuori dai nostri confini, li utilizziamo una sola e unica volta e nel nostro Paese e, a nostro carico, rimane pienamente il costo del loro smaltimento. E’ chiaro che il saldo è nettamente negativo e si ripercuote sulla collettività.

Per quanto riguarda il settore della ristorazione, in questa fase di riapertura post-Covid 19, il consumatore potrebbe credere che l’utilizzo sui tavoli di prodotti usa e getta, tra l’altro, di provenienza non certificata e di rilevante impatto ambientale al momento del loro smaltimento, possa essere garanzia di igiene.

Il modo migliore per evitare la diffusione di germi e batteri durante i pasti, in realtà, è utilizzare tovaglie e tovaglioli riutilizzabili che hanno subìto un intero processo industriale di trattamento dal ritiro, cernita, lavaggio, stiratura, ricomposizione, confezionamento fino al trasporto e consegna al cliente finale, da azienda certificata UNI EN 14065:2016 e Linee Guida Assosistema, che garantiscono un controllo sulla biocontaminazione del tessile attraverso un sistema di Risk Analisys Biocontamination Control.

La scelta di utilizzare tavoli senza tovagliato, inoltre, potrebbe creare dei forti problemi in merito alla buona prassi di igienizzazione del tavolo in quanto nel momento del riordino della tavola, la superficie dovrà essere lavata obbligatoriamente in presenza dei clienti e presumibilmente in modo veloce attraverso l’utilizzo di panni e prodotti che abbiano un contenuto disinfettante alto. Analogamente nel settore alberghiero, in questa fase di riapertura delle strutture, Assosistema Confindustria sta sensibilizzando i gestori degli alberghi verso la scelta di fornitori del servizio di sanificazione dei tessili per la camera da letto e della biancheria per il bagno qualificati e certificati UNI EN 14065:2016 che garantiscano sicurezza igienica e sostenibilità ambientale del processo di lavaggio e trattamento.

D-Vuole parlarci dei progetti futuri di Assosistema per l’EC?

 R- Con il Ministero dell’Ambiente stiamo collaborando alla realizzazione dei CAM, Criteri Ambientali Minimi, sul servizio di Lavanolo “lavaggio e noleggio della biancheria” che rappresenta un punto di partenza molto importante.

Perché definisce i prerequisiti e un sistema premiale proprio per quegli attori che migliorano sempre di più i loro standard ambientali alzando la qualità del mercato e qualificando il settore.

Parallelamente, dobbiamo fare in modo che anche le gare e i relativi prezzi di riferimento siano ragionevoli e “sostenibili”. Se l’aspettativa del committente è quella di avere ribassi importanti e sempre maggiori diventa difficile spingere gli imprenditori ad investire sull’ambiente. Stiamo lavorando affinchè il committente definisca una politica equilibrata sugli acquisti che tenga conto della esigenza di un minore impatto ambientale ma anche dei costi sostenuti per ottenerlo.
Infatti, l’investimento in sostenibilità ambientale rappresenta per le aziende comunque un impegno economico non indifferente a livello di certificazioni, di macchinari di nuova tecnologia atta a ridurre l’impatto ambientale. In più le continue gare al ribasso che troviamo nella sanità non aiutano l’imprenditore che si trova da una parte incentivato a investire e dall’altra invece costretto a politiche legate al prezzo. 

Sarà importante, quindi, coinvolgere le stazioni appaltanti e l’ANAC. Al fine di accompagnare l’inserimento dei CAM nelle gare facendo in modo che il prezzo di gara contenga la remunerazione degli investimenti fatti dall’azienda.

Alla fine del 2019 Assosistema ha, inoltre, presentato al Ministero dell’Ambiente il progetto per l’elaborazione delle Regole Comuni di Prodotto (RCP) del servizio di lavanderia industriale all’interno dello schema nazionale Made Green in Italy (di cui al DM n.56/2018) per la valutazione e la comunicazione dell’impronta ambientale. Finalizzato a promuovere quei prodotti e servizi a elevata qualificazione ecologica e a ridotto impatto sul clima. Il progetto è stato presentato in risposta al bando promosso dallo stesso Ministero ed è stato ammesso.

Il funzionamento del Made Green in Italy si basa sulla metodologia PEF-Product Environmental Footprint. Prevede una prima fase di elaborazione di specifiche RCP contenenti le indicazioni metodologiche che definiscono i requisiti necessari alla conduzione degli studi sul ciclo di vita per le singole categorie di prodotto o servizio. Solo in presenza di valide RCP, un’azienda potrà poi ottenere il marchio Made Green in Italy, inserito come elemento premiale nei CAM. L’Associazione sta quindi lavorando all’elaborazione delleproprie RCP che dovrebbero essere definite all’inizio del 2021.

Ringraziamo il dottor Marchetti e Assosistema per le utili informazioni che ci hanno trasmesso.