Cosa è un bosco: piccola guida per non perdersi

Il bosco è un luogo misterioso pieno di alberi. Probabilmente è questa la prima immagine che viene in mente con la parola bosco. Nel bosco ci si perde, ci vivono gli orchi e le streghe, c’è il rifugio di Robin Hood, si trova la casa di briganti e ladri. Il bosco è metafora di luogo non sempre rassicurante, anche per l’anima. Ma che cosa è veramente un bosco?

La definizione di bosco

In Italia, la definizione giuridica di bosco è delegata alle Regioni. Il DLgs 18/5/2001, n. 227, ne fornisce una valida per le Regioni prive di una legislazione propria.

I parametri comuni sono, in generale, i seguenti: un bosco ha un’estensione minima di 2.000 m², con altezza media degli alberi di almeno di 5 mt, una percentuale di copertura del suolo di almeno il 20% con misurazione effettuata dalla base esterna dei fusti, nonché una larghezza minima di almeno 20 mt.

È una definizione molto simile a quella adottata dalla FAO per definire le foreste:

un territorio con copertura arborea superiore al 10 per cento, su un’estensione maggiore di 0,5 ha e con alberi alti, a maturità, almeno 5 metri. Può trattarsi di formazioni arboree chiuse o aperte, di soprassuoli forestali giovani o di aree temporaneamente scoperte di alberi per cause naturali o per l’intervento dell’uomo, ma suscettibile di ricopertura a breve termine. Sono, inoltre, inclusi nelle aree boscate i vivai forestali, le strade forestali, le fasce tagliafuoco, le piccole radure, le barriere frangivento e le fasce boscate, purché maggiori di 0,5 ha e larghe più di 20 metri e le piantagioni di alberi per la produzione di legno. Sono esclusi dalla definizione di bosco i territori usati prevalentemente per le pratiche agricole”.

Ma esiste una differenza tra un bosco e una foresta?

Nella lingua italiana i due termini non sono propriamente sinonimi, ma le differenze sono sottili e non sono individuate giuridicamente.
Concettualmente una superficie con alberi, che si forma naturalmente, e che non subisce interventi umani è più comunemente detta “foresta”, mentre il bosco può essere oggetto di selvicoltura, ossia riceve un intervento di controllo dell’uomo. Altra differenza, è che in una foresta la densità gli alberi è maggiore rispetto a quella un bosco.

Il bosco: un ecosistema

Al di là della definizione giuridica, il bosco è un ecosistema, ossia un ambiente molto più complesso dell’insieme degli alberi, in cui terreno, vegetazione acqua, clima e animali si relazionano tra loro.
Boschi e foreste costituiscono i più estesi ed importanti ecosistemi terrestri: qui si trova la maggior parte delle specie animali e vegetali esistenti sulla Terra.  Le foreste sono anche un serbatoio di informazioni genetiche e una condizione fondamentale per la sopravvivenza della vita sul pianeta.

L’ecosistema bosco ha generalmente dei cicli naturali di media-lunga durata superiori ai 100 anni e la sua evoluzione è caratterizzata da un alternarsi di fasi di sviluppo e di degrado.
A parte i disastri naturali, molti degli elementi che minacciano il ciclo di vita di un bosco sono di origine umana, basti pensare eventi come gli incendi dolosi o la deforestazione selvaggia, o i processi legati all’inquinamento globale, ad esempio l’acidificazione del terreno.
La gestione e la salvaguardia del bosco, quindi, sono necessarie per assicurarne l’esistenza.

Il bosco in Italia

In Italia, sorprendentemente, la superficie boschiva sta aumentando grandemente e il fenomeno è dovuto principalmente all’abbandono delle campagne.

Dal 1971 al 2011 le superfici agricole hanno perso 5 milioni di ettari. Secondo l’Inventario nazionale delle foreste e dei serbatoi forestali di carbonio, dal 2015 al 2020 le aree forestali sono cresciute di 270.000 ettari.
Oggi questi ambienti rappresentano il 40% della superficie nazionale, circa 11, 4 milioni di ettari sono coperti da foreste e aree boscate, con aumento del 25% rispetto al 1985. Gli italiani hanno circa 200 alberi a testa.

Le regioni più alberate sono l’Emilia-Romagna (1.815 alberi per ettaro di territorio regionale) e l’Umbria (1.815 alberi), seguite da Marche e Veneto.

Quelle minori aree boschive sono l’Alto Adige (884 alberi per ettaro), la Sicilia (765) e la Val d’Aosta (707 alberi per ettaro).
Al contrario di quello che si potrebbe intuire, l’industrioso Veneto ha circa il doppio della densità di alberi rispetto alla provincia di Bolzano. Ma se si analizza bene, a Bolzano è stata incentivata l’agricoltura di montagna e quindi i terreni non sono stati abbandonati.

Banalmente, dove c’è attività economica umana non ci può essere foresta, unica grande eccezione è il legname.
L’agricoltura è sempre stata in conflitto con il bosco, e per gli agricoltori un terreno boschivo è un terreno inutile, non produttivo.
In effetti, a cosa serve un bosco?

Le funzioni del bosco

Fino a pochi anni un bosco era visto solo come fonte di legname, e in alcuni rari casi era un luogo di produzione di cibo, basta pensare ai castagneti e l’importanza dei loro frutti per molte regioni italiane.
Attualmente si tende a gestire questo ambiente con criteri di ecosystem management (gestione dell’ecosistema), in cui si privilegia la capacità di autoregolazione naturale del bosco e la valorizzazione della varietà di funzioni che esso ha l’uomo e la società.

La funzione paesaggistica

Il bosco può essere considerato come un elemento costitutivo e qualificante del paesaggio, dove l’elemento caratteristico è la vegetazione.
I colori del bosco, le diverse tonalità del verde delle foglie, le fioriture primaverili e l’esplosione cromatica autunnale lo stanno rendendo un elemento caratterizzante di alcune zone.
In molti casi il bosco è anche un perfetto e geloso custode di tradizioni antiche, di un’economia preindustriale che ha anche un valore storico culturale.
La foresta dei violini, o i castagneti toscani ne sono un chiaro esempio.

La funzione di svago e ricreativa

Se il bosco è un elemento del paesaggio, la logica conseguenza è che diventi anche meta turistica.
Lo stile di vita tendenzialmente urbano e sedentario della maggioranza della popolazione crea una forte domanda di spazi verdi, dove stare a contatto con la natura.

In questo caso il bosco ha bisogno di un forte intervento umano, per garantire l’accesso alle persone, ma, soprattutto, per proteggerlo. Pensate solo alla gestione dei rifiuti lasciati dai frequentatori.
La fruizione del bosco può anche essere culturale e didattica, ma anche in questi casi è necessaria una specifica gestione e pianificazione, che implica anche la pianificazione dei contenuti da trasferire agli utenti.

La funzione naturalistica

Come abbiamo detto il bosco è un ecosistema, che permette la tutela e conservazione della biodiversità̀.
Un bosco consente di poter salvaguardare habitat diversi che garantiscono una grande varietà di specie animali e vegetali con la conseguente rete alimentare che li lega tra loro.
È un sistema complesso e variegato, fatto anche di prati, corsi d’acqua, arbusteti, radure, che tende all’equilibrio ecologico.

La funzione di produzione

La funzione produttiva è legata in primo luogo al legname, che ha a sua volta due destinazioni merceologiche principali: materiale per le segherie e la produzione di mobili o altri artefatti, e materiale da ardere.
Il bosco produce anche altri prodotti minori come resine, tannini, funghi, castagne.
Sulla gestione dei boschi per la produzione del legname si è aperta una vasta discussione per valutare come rendere questo tipo di attività economica e allo stesso tempo sostenibile per l’ambiente, quale è l’impatto che può avere sull’ambiente, che tipo di pianificazione della risorsa bosco/legno è necessaria.

La funzione protettiva

Il bosco ha un’importantissima funzione protettiva del suolo e quindi anche sulle infrastrutture e le attività produttive dell’uomo.
Il bosco facilita la capacità di assorbimento dell’acqua da parte del suolo, e quindi previene formazione di frane e riduce le onde di piena.
Le chiome degli alberi trattengono pioggia e neve, riducono l’impatto del vento e limitano le valanghe.
La mancanza dei boschi fa sì che gli eventi atmosferici diventino spesso drammatici, come succede ad esempio in Liguria. 

Funzione ambientale

Il bosco produce di ossigeno e immagazzina CO2. L’affascinante fenomeno si chiama fotosintesi. Gli alberi sono delle straordinarie creature che si alimentano di luce e acqua.
Trasformano la CO2 in sostanze nutritive e nel processo liberano ossigeno in atmosfera. I chimici ci perdoneranno l’estrema sintesi.
Questa capacità degli alberi è quella che ci consente di mitigare gli effetti del riscaldamento globale e di fare compensazione CO2.

Secondo il Ministero della Transizione Ecologica, un trilione di tonnellate di carbonio è già stoccato nelle foreste mondiali:

con nuove pratiche di gestione forestale e nuove piantagioni questa cifra può aumentare considerevolmente diminuendo la concentrazione di CO2 in atmosfera.
Un albero di medie dimensioni nell’arco del suo ciclo di vita fissa una quantità̀ di CO compresa tra 500 e 1.000 kg.
Ad esempio, il volo da Milano a New York emette per una persona circa 1.400 Kg di CO2: per compensare sono necessari 2 alberi.
Una flotta aziendale di 10 auto diesel che percorrono annualmente 140.000 km, produce circa 30.000 kg di CO2: servono 40 alberi per compensare le emissioni.

Phoresta e i boschi

Che relazione ha Phoresta con i boschi?  Li crea, li gestisce e collabora con le Riserve.
Phoresta ha accordi con il Parco Regionale Valle del Treja e la Riserva Regionale di Monterano, ma ha anche boschi propri: il Bosco della Biodiversità di Bologna e, da ottobre 2021, inizia a piantumare il nuovo Bosco PoEtico di Avolasca, in provincia di Alessandria. Piantare e gestire un bosco risponde alla nostra mission di contribuire concretamente al conseguimento degli obiettivi del Protocollo di Kyoto.

Inoltre, creare un bosco vuol dire dare origine a un ecosistema e salvaguardare la biodiversità del luogo.

Con i boschi gestiti da Phoresta si attivano tutta una serie di funzioni, esclusa quella produttiva, che hanno anche una ricaduta sul territorio e sulle persone che ci vivono. Ma soprattutto con i nostri boschi e quelli delle riserve con cui collaboriamo, potrete procedere alla compensazione di CO2 acquistando i crediti di carbonio da essi generati.

Come troviamo i finanziamenti per acquistare i terreni e gestire i boschi? Principalmente con il 5×1000 e con le donazioni.

Collaborare con noi è facilissimo: basta destinare il 5×1000 a Phoresta Onlus o fare una donazione. Poi venite a vedere gli alberi che ci avete aiutato a piantare. E respirate.

Ph: Barbara Dall’Angelo

Fonti

https://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/stato-dellambiente/qualita-dellambiente-urbano-x-rapporto-edizione-2014

https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/202

http://www.fao.org/forest-resources-assessment/2020/en/

http://www.fao.org/3/y4171e/y4171e10.htm

https://www.mite.gov.it

https://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/01227dl.htm