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Il 22 maggio scorso si è celebrata in tutto il mondo l’adozione della Convenzione sulla Diversità Biologica, proclamata nel 2000 dall’ONU. E’ un’occasione per riflettere sull’importanza delle specie animali e vegetali e dei loro habitat. Ma anche sulla necessità di tutelarli.
E’ assodato infatti che la biodiversità sia il motore alla base del funzionamento della vita biologica ed economica degli esseri umani. Ma la sua sfera di influenza si estende anche a tantissimi altri campi, apparentemente lontani, come ad esempio, l’economia monetaria. Una delle persone più qualificate a parlarne è Ana Maria Hernandez, la presidente dell’IPBES (NDR – acronimo di Intergovernmental Science Policy on Biodiversity and Ecosystem Services). Si tratta di un organismo intergovernativo e non un’agenzia delle Nazioni Unite. All’IPBES aderiscono 195 paesi. IPBES nel maggio del 2019 ha pubblicato il più completo rapporto sullo stato del pianeta Terra. In pratica su tutti gli Ecosistemi esistenti. Un passo indietro: che cosa sono gli ecosistemi? Il web of life.
Vediamo di riassumere questo concetto amplissimo e molto complesso in poche parole. La vita umana, quella biologica e quella economica dipendono dall’esistenza e dal funzionamento degli ecosistemi. Il ”web of life” fornisce gratuitamente agli esseri umani e quindi anche ai loro sistemi economi e monetari tantissime cose indispensabili per la vita biologica e economica e cioè cibo, acqua pulita, aria ossigeno etc. La Hernandez ha affermato che la sopravvivenza del mondo naturale da cui dipende l’umanità è in bilico. E il rapporto dell’IPBES ci dice il perché. Gli ecosistemi stanno sparendo e smettendo di funzionare a un ritmo impressionante. Infatti la catena di fornitura cui contribuiscono ogni giorno milioni di piante, animali e gli oceani rischia di essere interrotta. Il ‘web of life’ viene smantellato a una velocità impressionante. I motivi?
L’uomo utilizza metodi di produzione insostenibili – si pensi agli sprechi di acqua e territorio da parte dell’agricoltura tradizionale e, parallelamente, conduce una vita di sprechi e dispersione nell’ambiente di rifiuti e gas inquinanti. Non ultima è sempre diffusa una mobilità insostenibile. Il rapporto conclude che la società umana è in pericolo a causa del rapido declino dei sistemi naturali, supporto vitale della Terra. Tra l’altro oltre un milione di specie animali sono in via di estinzione. Ma il rapporto entra ancora più nello specifico: l’abbattimento delle foreste – per far spazio e per esempio a terreni coltivabili – l’uccisione degli animali selvatici del 60% dal 1970 e sopratutto l’estinzione delle piante stanno procedendo a un ritmo spaventoso. Insomma il “web of life” che fornisce cibo, aria pulita e acqua che abbiamo visto sono alla base della nostra società viene sistematicamente smantellato.
Dice la Hernandez: ‘Se guardo alla mia generazione, alle persone che gestiscono le aziende i paesi e la società in generale non so se saremo in grado di fare i cambiamenti necessari’. E dolorosi aggiungiamo noi. In effetti un vecchio adagio parla della forza dell’abitudine. E poi la verità è che siamo stati abituati così – in molti casi – da piccoli. Il problema per noi adulti è uscire dalla “comfort zone” una zona di comodità molto, troppo radicata. La Fernández ha però ancora un briciolo di speranza: puntare sui giovani.
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