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I rifiuti in borsa. Anzi in borsino rifiuti.
Uno dei capisaldi dell’economia circolare è la gestione dei rifiuti. Ma per arrivare a una situazione ottimale, che riduca al minimo la percentuale di rifiuti che finisce in discarica, occorre creare un sistema che agevoli il reimpiego o riutilizzo di quello che normalmente buttiamo nel cestino della spazzatura.
Ci sembra che un interessante passo avanti sia la creazione del Borsino Rifiuti.
In pratica Borsino Rifiuti si occupa attivamente e concretamente della gestione appunto dei rifiuti allo scopo di favorirne il riuso, lo smaltimento o la commercializzazione. Il motivo è facilmente intuibile: i rifiuti non sono tutti uguali. Ognuno ha una sua peculiarità specifica e si tratta prima di tutto di capirne la destinazione ottimale, sia da un punto di vista economico che ecologico. Ma spieghiamo meglio obiettivi e finalità del borsino rifiuti aiutati anche dalla documentazione che è stata diffusa per un’operazione di crowdfunding (la forma di finanziamento a questa impresa appena nata).
La società aspira a diventare il primo operatore nella disintermediazione degli scarti prodotti da privati, aziende ed enti pubblici. Di tutti insomma. L’attività del Borsino Rifiuti si rivolge sia a chi segue la lavorazione e i relativi scarti sia a chi li produce direttamente. Per questi ultimi c’è anche la possibilità di usufruire di una rete di consegna dedicata. Quindi la società si rivolge a quattro target diversi: aziende che producono rifiuti, aziende che li utilizzano, utenti privati e pubblica amministrazione.
Come il lettore può immaginarsi un punto essenziale della gestione dei rifiuti è la logistica. Per questo Borsino Rifiuti ha creato una rete di trasportatori (a marchio proprio) che consegnano i rifiuti agli impianti in ogni parte del territorio. Per conoscere ed eventualmente aderire ai diversi servizi BR è stata attivata una piattaforma online. Tra gli aderenti anche il Comune di Aprilia (Roma) e una banca la BBC di Agrigento.
In conclusione: Ci sono mille strade per arrivare a un’economia circolare diffusa. Una è sicuramente questa e sembra anche promettere bene.
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