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Rete amazzonica
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Il lupo, una storia d’amore
L’odore acre della polvere da sparo era vicino, penetrante e fastidioso. Il vocio degli uomini indistinto e allarmante, camminavano verso di loro. Lei era in trappola e ormai non guaiva quasi più. Erano stati insieme tutta la notte, ma ora non poteva rimanere. Avrebbe voluto, ma doveva lasciare la sua compagna, una giovane lupa di tre anni, più o meno; forte e scattante. 12 ore prima aveva messo una zampa in una tagliola. Una morsa fatale da cui non si poteva liberare. Lui, il suo compagno, non l’aveva abbandonata. Come avrebbe potuto farlo!
Ma ora si trattava di decidere: salvarsi o affrontare cani e fucili che venivano verso di loro? Girava in tondo fremente, furibondo, gli occhi stretti verso il pericolo che percepiva sempre più vicino. Avrebbe volentieri azzannato uno di quei cagnetti che fiutavano l’aria e avevano cominciato a sentire la loro presenza. Più indietro gente con stivali vestita in modo strano, inutilmente mimetizzata ai suoi occhi.
Da un cespuglio si trova improvvisamente allo scoperto il cane da caccia che si era spinto più avanti. Si ferma, si abbassa, scruta la scena, indugia. Pare voglia attaccare, capisce che uno dei due è immobilizzato, ma il lupo non gli lascia il tempo e con un balzo lo avvicina, cerca la giugulare. Il cane scappa e il forte maschio non lo rincorre. Non vuole lasciare la sua compagna e vuole evitare gli uomini.
Nei momenti più drammatici qualche volta il tempo si comprime, e accade proprio così, il trambusto di grida e abbai è relegato sullo sfondo. Lei lo guarda, lo ferma e con gli occhi gli dice di andare, di salvarsi. Per lei non c’è più niente da fare. Lei lo sa, lui lo sa.
Lui le lecca il muso, come aveva fatto tante volte, poi si volta e corre. Corre in direzione del bosco, lontano. Alle sue spalle è tutto un gaio rumoreggiare per una preda inaspettata. La parete della montagna di fronte gli rimanda indietro l’eco degli spari. Capisce. Capisce quale sia stato il destino della sua compagna. Ma non capisce perché.
La presenza del lupo, in crescita in Italia, è percepita sempre più in senso positivo grazie alla progressiva diffusione di una sensibilità collettiva sui temi ambientali. Lo dobbiamo tutelare per il suo ruolo di predatore nelle reti alimentari degli ecosistemi e perché frutto di uno straordinario processo evolutivo, ma anche perché parte integrante della nostra storia, della nostra immaginazione, dei nostri luoghi fisici e metafisici. La salvezza del lupo rappresenta la salvezza degli uomini.
Senza il lupo la storia di Roma, dell’Italia e dell’Europa sarebbe certamente più povera.
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